Il futuro dei servizi pubblici della Toscana in un braccio di ferro tra partecipate pubbliche. All’indomani della presentazione del piano industriale da 2,5 miliardi di euro, senza ricorso a nuovi capitali o quotazione in borsa, annunciato da Alia per la Multiutility regionale, che dal 2026 diventerà Plures, il presidente di una partecipata di Estra, cioè Intesa Spa, Andrea Rossi, è intervenuto per chiarire il coinvolgimento del territorio senese e per dare un parere soggettivo del progetto: “La Toscana ha l’esigenza di creare un network regionale forte. Solo così potremo attrarre investimenti e tutelare i territori da logiche esterne e più aggressive”, ha dichiarato.
Il presidente di Intesa lancia un messaggio chiaro: “Pensare prima alla governance è come costruire una casa partendo dal tetto. Le fondamenta sono il progetto”. Uno dei passaggi più delicati riguarda Plures, la nuova realtà nata dall’aggregazione di energia, acqua e rifiuti da parte di Alia, su mandato dei propri soci. Rossi chiarisce: “Il ruolo di Intesa dentro Plures non esiste. Non c’è nemmeno quello di Estra. Si tratta di un’iniziativa di Alia, fuori dal nostro territorio. Noi, oggi, ragioniamo solo sull’energia”.
Rossi ipotizza, invece, un’alternativa: “Estra potrebbe essere il contenitore naturale della Multiutility regionale. È già presente in tanti territori e potrebbe garantire una governance più condivisa. Il rischio, altrimenti, è costruire un progetto zoppo”. Un punto critico analizzato da Rossi è l’attuale ritardo della Toscana Sud sul progetto Multiutility, almeno nella forma promossa da Alia-Plures: “Quel modello aggrega tre servizi, ma solo in un’area ristretta. Nei nostri territori, acqua e rifiuti sono gestiti da soggetti diversi. Possiamo discutere solo di energia e in questo vogliamo essere protagonisti”.
Rossi respinge l’idea di un fallimento del processo di costruzione della Multiutility regionale, parlando piuttosto di “tempi storici” diversi: “C’è chi ha fatto scelte prima e chi, come noi, ha oggi altre priorità. Ma le decisioni vanno condivise con soci e territori. Solo così si migliorano servizi e prestazioni”.
Il presidente di Intesa chiude con un richiamo alla responsabilità collettiva: “Estra distribuisce dividendi importanti ai soci: è una realtà che funziona. Ora serve solo buon senso: partire dagli obiettivi, coinvolgere tutti i territori e poi scegliere chi li guiderà. Chi ci rappresenterà non è un problema, se sappiamo dove vogliamo andare”.