Omicidio fornace, la ricostruzione: la 16enne senegalese si divincola e colpisce l'aggressore

Di Redazione | 5 Gennaio 2019 alle 12:58

Omicidio fornace, la ricostruzione: la 16enne senegalese si divincola e colpisce l'aggressore

Al loro arrivo i carabinieri trovano una mattanza. Il 63enne marocchino da tempo aveva messo gli occhi sulla giovane

Un vero bagno di sangue quello rinvenuto ieri sera dai carabinieri di Siena nell’appartamento interno alla fornace Arbia, a Castelnuovo Scalo (Asciano). La chiamata alle forze dell’ordine da parte del 118 è scattata poco dopo le 19, in seguito alla segnalazione dei vicini. All’arrivo dei militari, la scena è stata da film dell’orrore: una vera mattanza, sangue sul pavimento, sul divano, sui muri, e il corpo dell’uomo riverso a terra semi nudo, con una decina di segni da arma da piccola taglio tra schiena, torace e volto. L’uomo aveva perso tantissimo sangue.

Nell’appartamento di servizio era presente anche una ragazza di 16 anni senegalese, appartenente a una famiglia di operai africani della fornace che conviveva da anni con il 63enne marocchino (guardiano in pensione del complesso, ma ancora lì residente), insieme alla madre. La giovane, al momento delle domande delle forze dell’ordine sembrava tranquilla, e raccontava storie poco credibili che cambiava di volta in volta: inizialmente la vittima sembrava dover essere un malvivente mascherato entrato in casa mentre lei faceva la doccia, poi un vicino. Alla fine, aiutata dalla madre, ha confessato in lacrime di aver subito un tentativo di violenza sessuale: il marocchino si è presentato da lei in mutande mentre stava preparando la pappa alla sorellina più piccola, e dopo averla trascinata sul letto per spogliarla, le ha puntato un coltello. La ragazza con forza e atletismo si è divincolata ed è scappata in cucina afferrando un coltello seghettato. Dopo una iniziale colluttazione è riuscita a tirare diversi fendenti all’uomo, che è stramazzato al suolo e ha cercato poi di trascinarsi fino all’ingresso, dove è deceduto. “Ho colpito con tutta la forza che avevo” avrebbe detto ai carabinieri.

Non era la prima volta che il 63enne si avvicinava alla ragazza. Già da un anno si sentiva addosso attenzioni e occhi che la infastidivano molto, ma non ha mai reagito per evitare problemi alla famiglia e rischiare di farle perdere l’alloggio. La giovane, che ha confessato in presenza di un avvocato, si trova in stato di fermo nel centro di prima accoglienza di Firenze, dopo la convalida verrà portata a Roma o Pontremoli nel carcere femminile, poi inizierà le fase processuali per chiarire il tutto.

 

 



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