Palio 16 agosto 2022: svelato il Drappellone di Andrea Anastasio

Svelato nel Cortile del Podestà l'atteso Drappellone realizzato da Andrea Anastasio: ovazione e tanti applausi

Di Redazione | 10 Agosto 2022 alle 19:11

Palio 16 agosto 2022: svelato il Drappellone di Andrea Anastasio

È stato svelato oggi pomeriggio, nel Cortile del Podestà, il Drappellone realizzato dall’artista Andrea Anastasio per il Palio dell’Assunta del 16 agosto 2022. Emozione e grande curiosità tra i tanti presenti che hanno affollato il Cortile del Podestà, ed è scattata un’ovazione per quel che sarà l’oggetto più ambito da parte di ogni contradaiolo che si rispetti, affidato ad un artista poliedrico e di respiro internazionale, affascinato dallo studio delle poetiche dell’arte concettuale e delle sue potenziali convergenze con l’industrial design.

Dopo l’intervento del sindaco Luigi De Mossi a illustrare l’opera sarà il direttore del MAO (Museo d’arte orientale) di Torino Davide Quadrio. Il cencio è profondamente connotato dalla ricerca e dall’innovazione. Al posto della consueta tecnica pittorica, l’autore sceglie la stampa digitale su sequins e il ricamo manuale, affinché creatività, contaminazione di linguaggi e approccio interdisciplinare possano donare all’opera l’energia e la freschezza necessarie a celebrare il primo Palio dell’Assunta successivo alla pandemia.

Il risultato? Un perfetto e originalissimo dialogo tra la tradizione senese e il genio  fantasioso di un artista come Andrea Anastasio, capace di realizzare un drappellone non statico, bensì “vivo”, grazie al delicato movimento di migliaia di paillettes cucite sul lato frontale in chiffon di seta e che, come tessere di un mosaico, compongono l’iconografia del Palio dell’Assunta. Il volto della Vergine è  quello di Tiziano.  Le teste dei due  cavalli che, idealmente, compongono il manto di Maria sono riprese dalla quadriga di San Marco, oggi custodita nel museo Marciano di Venezia. I simboli delle Contrade vengono resi come veri animali a comporre un bestiario nel cielo di Siena, mentre il riferimento ai colori dell’araldica è consegnato ai dieci barberi posizionati in fila sul lato sinistro della composizione. Tutti gli elementi emergono da un giardino di rose rosse e gigli bianchi dove nulla è lasciato al caso. La rosa simbolo della Madonna e il giglio di S. Caterina da Siena.

Nessun centimetro di questo romantico quanto energico, delicato e altresì strutturato, drappellone è privo di iridescenze. Così anche il Palazzo Pubblico, che si delinea nella parte bassa, si riflette nel sole di Piazza del Campo e, a sua volta, riflette lo sguardo di chi lo osserva. Sotto la luce calda e brillante di mezz’agosto l’effetto visivo di questa creazione artistica evoca non solo la dimensione celebrativa e sfarzosa della luce ma, anche, quella di una corazza medievale. Corazza che intende essere protezione e, al tempo stesso, ricordo della fiera contesa di 10 popoli per un drappo di stoffa. Passato e futuro vivono fianco a fianco nella composizione e nelle tecniche scelte dall’artista e omaggiano lo spirito che anima Siena, da sempre legata alla sua storia, ma capace di riviverla e di rinnovarla, proiettandola sempre in avanti.

Questa polarità anima anche la struttura del drappellone che sul retro riporta fedele la stessa immagine del fronte, ma non più nel vivo del suo prezioso esplodere in migliaia di lustrini, bensì nella calma statica dell’icona. L’attimo prima l’immagine si offre come contemplazione statica, nel secondo successivo esplode nello spazio catturando la luce per saturarlo tutto. L’insieme ci parla della complessità dei nostri tempi e ci dimostra l’efficacia dell’ibridarsi dei linguaggi artistici, dal  design alla moda, animati e tenuti assieme dal rigore compositivo di matrice concettuale.

Tutti elementi, questi, che fanno parte della storia artistica dell’autore che, da sempre, sperimenta e agisce in questi mondi: pratica artistica, industrial design, moda, architettura, portando avanti un antico lignaggio che dal Rinascimento arriva a noi, passando per autori del Novecento che, come Bruno Munari, ci hanno mostrato la felice fluidità di un pensiero libero e autentico. A chiusura della passeggiata storica che precederà la corsa il drappellone  di Andrea Anastasio sfilerà – ed è proprio il caso di dirlo – sul tufo della Piazza: una elegante e incisiva ouverture al Palio.



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