Processo ai contradaioli: in aula la discussione sul ruolo della Municipale durante i fronteggiamenti

Di Redazione | 21 Gennaio 2020 alle 18:43

Processo ai contradaioli: in aula la discussione sul ruolo della Municipale durante i fronteggiamenti

Sul banco dei testimoni l’ex sindaco Bruno Valentini, l’ex comandante dei vigili urbani Simona Sestini e Nicoletta Fabio, rettore del Magistrato delle Contrade quando fu avviata l’indagine

Nuova udienza oggi al tribunale di Siena del processo sui fronteggiamenti del Palio dell’Assunta 2015 tra le contrade di Onda, Torre, Nicchio e Montone, che vede a giudizio 31 soggetti con l’accusa di rissa aggravata.

In aula, dinanzi al giudice Ottavio Mosti, sono stati ascoltati nuovi testimoni chiamati a ricostruire i concitati attimi sul tufo: per primo è stato sentito l’ex sindaco Bruno Valentini, che ha raccontato di aver chiesto l’aiuto delle forze dell’ordine, Polizia e carabinieri, essendosi creati due diversi momenti di tensioni tra i popoli al termine della Carriera per cui non era sufficiente l’intervento dei soli vigili urbani. L’esame da parte delle difese si è concentrato sulle modalità dell’operato della Polizia Municipale, e sul codice di regole non scritte per cui al momento dell’interposizione fisica dei vigili il fronteggiamento è chiamato a cessare. Lo stesso Valentini ha assicurato che nessun agente della Municipale ha riportato lesioni. A confermare tale tesi anche la seconda teste, l’ex comandante della Municipale all’epoca dei fatti, Simona Sestini, che ha testimoniato gli attimi di grande confusione sulla pista spiegando che prima di intervenire la Municipale si è dovuta compattare per poi riportare alla calma la situazione, e di non aver rilevato contatti fisici, essendosi creato un cordone a dividere i popoli delle contrade.

A chiudere l’udienza la testimonianza di Nicoletta Fabio, rettore del Magistrato delle Contrade nel 2016, quando fu avviata l’inchiesta: l’ex Priore dell’Istrice ha invece spiegato al collegio la natura del fronteggiamento, definito “un conflitto simulato e auto regolato con un limite naturale di aggressività, dove il contradaiolo difende la dignità della sua contrada” tenuto sotto controllo dai dirigenti della contrada e che si spegne al momento dell’arrivo dei vigili urbani.

C.C



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