Sabato alle 17 l'inaugurazione della mostra personale di Davide Dall'Osso

Di Redazione | 1 Marzo 2018 alle 20:16

Sabato alle 17 l'inaugurazione della mostra personale di Davide Dall'Osso

Alla Galleria Olmastroni ecco “È tempo di mettersi in ascolto”, a cura di Maurizio Vanni. Rimarrà visibile al pubblico, con ingresso libero, fino al 18 marzo 2018

L’Associazione Senesi nel mondo inaugura in collaborazione con la Biale Cerruti Art Gallery sabato 3 marzo 2018 alle ore 17,00 nella Galleria “Cesare Olmastroni” a Palazzo Patrizi a Siena la mostra personale di Davide Dall’Osso, dal titolo “È tempo di mettersi in ascolto”, a cura di Maurizio Vanni. L’esposizione, promossa e patrocinata dal Comune di Siena, è inserita nel Festival culturale Siena Città aperta e rimarrà visibile al pubblico, con ingresso libero, fino al 18 marzo 2018.

La motivazione che ha portato alla realizzazione della mostra “È tempo di mettersi in ascolto” nasce dalla necessità di “fare un appello per porre rimedio a questa condizione esistenziale di incertezza e tormento, che ha portato uomini e donne alle soglie di un conflitto sterile e autodistruttivo”. Un appello che lo scultore rivolge a ognuno di noi, perché solo ascoltando, “facendo silenzio dentro di sé”, uomini e donne potranno cominciare a riconoscersi, a ritrovarsi.

Questa mostra è un primo passo di Davide Dall’Osso su questa riflessione, “riflessione agita” che l’artista rivolge a tutti gli uomini e donne del suo tempo. Le opere che compongono il percorso della mostra realizzate attraverso le metamorfiche trasparenze delle fusioni di policarbonato o degli amalgami materici di ferro e cemento, raccontano di quell’energia femminile primordiale che pervade l’umanità e che è fondamento della natura di ogni individuo. “Le sculture di Dall’Osso – sottolinea il curatore della mostra Maurizio Vanni – sono sempre proiettate in una precisa direzione, cercano sempre una ragione d’esistere nell’organizzazione dello spazio e nella relazione con la luce. Esaltano uno stato di momentanea liquidità visiva per accentuare un lento e costante movimento. Tutto tace, ma al tempo stesso si intercetta un grido silente, liberatorio e rituale, che infrange le pareti delle prigioni ovattate delle nostre esistenze”.



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