San Casciano dei Bagni, il Santuario ritrovato svela nuove origini: la storia arretra di due secoli e la medicina antica emerge dalla terracotta

La seconda fase degli scavi riscrive la storia del suo Santuario, Tabolli: "A San Casciano dei Bagni una bellissima pagina in cui futuro e passato si incontrano a San Casciano"

Di Lorenzo Agnelli | 22 Dicembre 2025 alle 16:30

San Casciano dei Bagni, il Santuario ritrovato svela nuove origini: la storia arretra di due secoli e la medicina antica emerge dalla terracotta

San Casciano dei Bagni torna al centro della scena archeologica internazionale. I risultati preliminari della seconda fase di scavi al Santuario Ritrovato, presentati ieri pomeriggio alla comunità, raccontano una scoperta destinata a cambiare la lettura del sito: la storia del santuario termale inizia almeno due secoli prima di quanto finora ipotizzato.

Il 2025 si conferma “l’anno della terracotta”. Le ricerche si sono concentrate nell’area esterna alla grande vasca sacra del Bagno Grande, dove gli archeologi hanno portato alla luce un deposito votivo straordinariamente integro, ricco di incensieri, teste votive, vasi rituali e numerosi reperti ancora in fase di studio. Un insieme di offerte che restituisce riti, preghiere e speranze di guarigione, ma anche una conoscenza sorprendentemente avanzata del corpo umano.

All’interno del tempio l’acqua calda incontrava il bronzo, all’esterno l’acqua termale più fredda dialogava con la terracotta. È proprio in questo spazio che emerge con forza il tema della medicina antica. Tra i reperti più significativi spicca un poliviscerale del II secolo a.C., una rappresentazione realistica degli organi interni che rafforza l’ipotesi della presenza di una vera e propria scuola medica attiva presso il santuario.

A sottolineare la portata della scoperta è Jacopo Tabolli, docente dell’Università per Stranieri di Siena e direttore del Centro di Archeologia per le Diversità e le Mobilità preromane (CADMO):
“L’allargamento dello scavo verso sud ha portato alla luce una nuova pagina della storia del santuario – spiega -. Abbiamo materiali almeno dal V secolo avanti Cristo: fino ad oggi pensavamo che il complesso nascesse nel III secolo a.C. Stiamo arretrando la sua origine di almeno 200 anni”.

Ma il dato forse più affascinante riguarda proprio la medicina: “Il livello di dettaglio delle terrecotte votive è impressionante – prosegue Tabolli -. Qui esisteva una grande scuola medica: bronzo e terracotta diventano veri e propri atlanti di anatomia, allo stesso tempo strumenti didattici e atti di fede”. Un luogo dove cura, conoscenza scientifica e religione si intrecciavano attorno alle acque termali.

Lo scavo, appena avviato in questa nuova area, proseguirà già dalla prossima campagna, coinvolgendo studenti e studentesse provenienti da università di tutto il mondo. Un progetto internazionale reso possibile dalla collaborazione tra Università per Stranieri di Siena, Comune di San Casciano dei Bagni e Soprintendenza, che restituisce al santuario l’antica vocazione di luogo accogliente e aperto.

Accanto alla ricerca avanzano anche i progetti di valorizzazione. Durante l’incontro sono stati illustrati lo stato di avanzamento del futuro Museo e Parco archeologico: i primi lavori partiranno a febbraio, con l’obiettivo di aprire una prima ala del museo entro la fine del 2026.

Parallelamente, prende forma l’Hub di ricerca alla Porticciola, destinato a diventare un punto di riferimento stabile per studiosi da tutto il mondo. “L’idea è popolare il borgo di ricerca tutto l’anno, non solo durante lo scavo – conclude Tabolli -. Siamo al secondo anno di un progetto quinquennale: a San Casciano il passato e il futuro si incontrano davvero”.

Un percorso che conferma San Casciano dei Bagni come cuore pulsante della ricerca archeologica sul mondo antico, capace di unire scienza, territorio e comunità.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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