San Gimignano, intervento sui caprioli per salvare la Vernaccia

Istituzioni e associazioni venatorie unite: già dai primi di agosto si potrà intervenire in caccia di selezione sulla specie capriolo per riportare la densità in numeri accettabili

Di Redazione | 2 Luglio 2021 alle 17:00

San Gimignano, intervento sui caprioli per salvare la Vernaccia

“In questi ultimi anni si è fatto pesantissimo il danno alle uve di produzione della DOCG Vernaccia di San Gimignano – afferma Roberto Vivarelli Presidente ATC 3 Siena Nord – un territorio particolarmente colpito da danni da ungulati e soprattutto da caprioli, nonostante le numerose azioni in contenimento della specie in caccia di selezione. Per questo in una serie di incontri che hanno visto tutto il territorio compatto alla salvaguardia di una delle eccellenze vitivinicole toscane e il forte coinvolgimento delle istituzioni, Regione, Provincia, Comune, ATC e Associazioni agricole e venatorie unite per salvare le produzioni di Vernaccia. Un grande lavoro di “squadra” che ha reso possibile in tempi rapidissimi di riconvertire la Zona di Ripopolamento e Cattura all’interno del Comune di San Gimignano in Zona di Rispetto Venatorio; tutti hanno fatto la loro parte. Una trasformazione che consentirà già dai primi di agosto di intervenire in caccia di selezione sulla specie capriolo per riportare la densità in numeri accettabili. Dobbiamo fare tutto quanto è necessario per salvare le eccellenze di questi nostri territori. Non possiamo accettare che una presenza così rilevante di caprioli metta a rischio una economia importante come quella del territorio di San Gimignano”.

“Siamo consapevoli dei danneggiamenti particolarmente gravosi per i vigneti che le aziende della zona stanno subendo a causa dell’aumento degli ungulati che in primavera brucano gli apici vegetativi delle piante, delle viti, e durante il periodo di vendemmia compromettono il raccolto dell’uva – ha detto la vicepresidente Saccardi – Per questo abbiamo deciso di creare le condizioni per avviare dei piani di riequilibrio della fauna cosicché, in maniera controllata e garantita, si possano anche tutelare le produzioni delle aziende già piegate, per altri versi, dall’emergenza pandemica”.



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