Scotte: 98 pazienti in area Covid, ma la metà sono asintomatici o hanno sintomi lievi

"La maggior parte dei pazienti è asintomatica o paucisintomatica" spiega il Professor Pier Leopoldo Capecchi, coordinatore della nuova area Covid delle Scotte

Di Redazione | 18 Gennaio 2022 alle 17:28

Scotte: 98 pazienti in area Covid, ma la metà sono asintomatici o hanno sintomi lievi

L’aumento dei contagi che ha visto protagonista la città e la provincia di Siena nelle ultime settimane ha portato inevitabilmente anche a un aumento dei pazienti ricoverati nell’area Covid del Policlinico senese della Scotte. Oggi i ricoverati sono 98, di cui fortunatamente soltanto 5 in terapia intensiva.

Il punto, su cui muove anche la richiesta delle Regioni al Governo sulla distinzione in zone colorate (gialla, arancione e rossa), è che la metà dei pazienti ricoverati è asintomatico o paucisintomatico. A spiegarlo ai nostri microfoni è stato il Professor Pier Leopoldo Capecchi, direttore di Medicina Interna e dell’Urgenza dell’AOUS e coordinatore della nuova area Covid. “La maggior parte dei pazienti è asintomatica o paucisintomatica, che scoprono di essere positivi facendo un tampone al pronto soccorso o in occasione di un intervento chirurgico programmato – spiega – Questi pazienti difficilmente possono essere rimandati al proprio domicilio, e quindi si è venuta a creare una situazione in cui insieme ai pazienti che effettivamente necessitano di cure per problematiche legate direttamente al Covid ci sono pazienti che sono a bassa intensità; il 50% non necessita di cure tali da dover essere effettuate necessariamente in ospedale“.

Per far fronte alla situazione la direzione aziendale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Senese ha chiesto alla Medicina Interna di collaborare attivando dei posti letto per accogliere i pazienti media/bassa intensità con problematiche mediche e chirurgiche. Sarebbe auspicabile che nell’ambito della collaborazione con l’Asl Toscana sud est questi posti di cura intermedia potranno contribuire ad alleggerire il carico di lavoro permettendo il rientro dei pazienti a essere gestiti in ambito territoriale.



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