Senese licenziato dopo il test del carrello, Fabozzi (Filcams Cgil): "Azienda non vuole reintegrarlo. Prepariamo grande mobilitazione"

Secondo Fabozzi, il rifiuto dell’azienda lascia una sola strada: "A questo punto rimane la mobilitazione, che diventa nazionale"

Di Filippo Meiattini | 20 Novembre 2025 alle 18:45

Fumata nera nell’incontro di Roma sul caso del lavoratore licenziato dalla Pam per il cosiddetto ‘test del carrello‘. Fabio Giomi, senese di 62 anni, non sarà reintegrato: questa la posizione ribadita dall’azienda al tavolo con i sindacati, che ora annunciano una mobilitazione di lunga durata.

Massimiliano Fabozzi,  della Filcams Cgil di Siena, spiega che fin dall’inizio il sindacato aveva chiesto all’azienda di rivedere tutti i provvedimenti disciplinari, “a partire, ovviamente, da quelli legati ai licenziamenti”. La risposta della Pam, racconta, è stata fin da subito di totale chiusura: “L’azienda si è irrigidita immediatamente e il confronto è diventato acceso. Abbiamo cercato di aprire uno spiraglio, arrivando a proporre il declassamento dei licenziamenti, così da consentirci almeno una prima smobilitazione della protesta, ma anche questa ipotesi è stata respinta“.

Secondo Fabozzi, il rifiuto dell’azienda lascia una sola strada: “A questo punto rimane la mobilitazione, che diventa nazionale. Partiremo dal livello regionale e naturalmente la questione di Giomi, quella di Siena, resterà aperta fino alla fine dell’intera vertenza”. Il sindacato, aggiunge, ha già avviato anche il percorso legale: “Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di difendere Giomi in ogni sede, anche in Cassazione se necessario”.

Per Filcams la vicenda non è solo sindacale, ma anche politica e strutturale: “Si apre un tema molto più grande: quello del cosiddetto test del carrello. Un metodo inaccettabile, che non possiamo tollerare né in Pam né altrove. Questa vicenda apre una discussione con tutto il settore della distribuzione: Confcommercio, Confesercenti e l’intero comparto”.

Nel frattempo la protesta si estende anche oltre il caso di Giomi. “Firenze ha già programmato uno sciopero per il 24 novembre — prosegue Fabozzi — perché lì sono in ballo 45 licenziamenti legati alla chiusura del punto vendita Pam Panorama ai Gigli, il negozio più storico e importante dell’azienda in Toscana”. Una decisione che, sottolinea, solleva ulteriori interrogativi sul futuro della catena nella regione: “Abbiamo chiesto a Pam se intenda lasciare la Toscana. Hanno negato, ma le chiusure e i licenziamenti non fanno ben sperare, e soprattutto non danno risposte ai lavoratori”.

In attesa degli sviluppi, il sindacato si prepara a una mobilitazione prolungata: presìdi, flash mob, iniziative territoriali e poi — di nuovo — un passaggio nazionale, “perché la partita aperta a Roma non è affatto chiusa”.

Filippo Meiattini

Filippo Meiattini è nato a Siena il 13 gennaio del 1999. A febbraio del 2021 è diventato giornalista pubblicista. Non ama parlare di sé, soprattutto in terza persona.



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