Siena, arte e riscatto: il “Buon Governo” entra nel Tribunale

Un’opera collettiva di detenuti e studenti rilegge Lorenzetti e trasforma l’ufficio del Presidente della sezione penale in uno spazio di dialogo e inclusione

Di Redazione | 16 Dicembre 2025 alle 7:45

Siena, arte e riscatto: il “Buon Governo” entra nel Tribunale
Una grande tela di cotone, una reinterpretazione corale dell’Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, campeggia da ieri mattina nell’ufficio del Presidente della sezione penale del Tribunale di Siena. Una cerimonia partecipata, sobria ma intensa, ha segnato la consegna ufficiale dell’opera, realizzata interamente dai detenuti della Casa Circondariale di Santo Spirito, affiancata da tre altre tele più piccole, realizzate dagli studenti del Liceo Artistico “Duccio di Buoninsegna”.
Presenti all’evento di ieri il presidente della sezione penale, dottor Fabio Frangini, il presidente del Tribunale di Siena Gianmarco Marinai, il direttore del carcere Graziano Pujia, la docente del laboratorio artistico in carcere Monica Minucci, l’educatrice Maria Josè Massafra, Michele Campanini presidente dell’Associazione Culturing, la magistrata di sorveglianza Ilaria Cornetti, i docenti Alice Leonini e Ignazio Mazzeo del liceo artistico e due dei giovani autori, Matilde Marchetti e Tommaso Nigi.
Frangini, visibilmente colpito dall’opera e dal progetto, ha raccontato con entusiasmo l’approccio iniziale: “Ho accettato subito l’iniziativa. Due anni di lavoro che si vedono: l’impegno e il significato sono evidenti. Il termine che leggo maggiormente è giustizia. Non so se sia una grande aspirazione, ma qui vedo una grande voglia, non una rivendicazione”. Il magistrato ha paragonato questa esperienza a una visita a Madrid: “In Spagna vidi l’opera di Velázquez accanto alla rivisitazione che ne fece Picasso. Due mondi diversi, ma collegati da un percorso di studio e riflessione. Anche oggi ho voluto capire direttamente da studenti e detenuti il tratto che ha portato a questa tela che adesso fa bella mostra di sé nel mio ufficio”.
Il progetto nasce dall’attività del laboratorio artistico condotto da Monica Minucci all’interno del carcere, con la collaborazione dell’Associazione Culturing e il sostegno della Fondazione Mps: “Questa è un’altra iniziativa con l’intento di proporre attività ai detenuti, destinando poi le opere a spazi pubblici”, ha spiegato Michele Campanini. “Tre anni fa avevamo già realizzato un progetto simile per l’Ospedale delle Scotte. Abbiamo così deciso di proseguire, coinvolgendo il liceo artistico. Purtroppo le normative non permettono più ai minorenni di entrare in carcere, quindi il lavoro congiunto si è svolto a distanza: i ragazzi hanno realizzato tre opere più piccole, i detenuti hanno dato vita alla grande tela, una vera reinterpretazione del capolavoro di Lorenzetti”.
Monica Minucci ha sottolineato il valore dell’esperienza: “I detenuti, in gran parte stranieri e nuovi alla pittura, non conoscevano l’opera originale né la sua storia: hanno lavorato su una foto, scegliendo dettagli che li colpivano”.
Maria Josè Massafra, educatrice, ha aggiunto: “È stato necessario introdurli al contesto storico e spiegare il significato del Buon Governo. La maggior parte si è affidata al lavoro di gruppo, scegliendo ognuno un particolare su cui lavorare. I ragazzi invece hanno riflettuto molto sul significato del Buon Governo, sulle scelte giuste e sbagliate e sulla responsabilità individuale”.
Frangini ha rimarcato il valore sociale del progetto: “Questa esperienza è molto positiva: ha permesso ai detenuti un’occasione di inclusione e riscatto, offrendo nuove strade anche nel percorso carcerario. A livello istituzionale, è importante non tagliare fuori queste realtà, ma usarle come ponti tra carcere e società. Non sempre è facile, ci sono difficoltà logistiche, ma quando si lavora in una struttura aperta a queste collaborazioni, tutto diventa più semplice e si creano legami importanti. È fondamentale ricordare che dietro ogni reato c’è sempre una persona”.
Il direttore del carcere di Siena, Graziano Pujia, ha sottolineato l’importanza di aprirsi alla città: “È un’iniziativa che nasce da lontano e che spero possa essere ripetuta nei prossimi anni. Vorrei coinvolgere tutte le realtà della città, a partire dal Comune di Siena, per creare una sinergia positiva che porti il carcere all’esterno, come parte integrante della comunità”. Il presidente del Tribunale, Gianmarco Marinai, ha accolto con favore il progetto: “Sono molto contento di questa collaborazione. Abbiamo tanti uffici liberi, potremmo continuare, un po’ di colore non guasta. Ci penseremo”.
Felici gli studenti Matilde Marchetti e Tommaso Nigi, che hanno raccontato: “È stata una bella esperienza sia umana che formativa. Ne siamo soddisfatti”.
Nella semplicità del gesto, la consegna delle quattro opere rappresenta un messaggio di fiducia e inclusione: l’arte diventa ancora di più strumento di dialogo, memoria e speranza per tutta la comunità.
Andrea Bianchi Sugarelli


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