Amarezza e delusione nel Partito Democratico senese all’indomani della nomina della nuova Giunta regionale. L’esclusione di Simone Bezzini, e con essa la mancata rappresentanza della provincia di Siena nell’esecutivo toscano, continua a far discutere. Tra le voci più colpite, quella di Anna Paris, consigliera uscente del Pd e seconda per numero di preferenze nel collegio senese, che sarebbe subentrata in Consiglio qualora Bezzini fosse stato riconfermato assessore.
Nell’intervista rilasciata a Siena TV, Paris non nasconde il forte dispiacere e la propria commozione e punta il dito contro la segreteria regionale del partito che si dimostra lontana dai territori lontani dall’asse delle grandi città toscane.
Dopo cinque anni di lavoro in Consiglio, le porte per lei si chiudono con la nuova legislatura. È delusa?
“Nella vita si chiude una porta e si apre un portone. Certo, mi dispiace, soprattutto per le tante persone che mi hanno sostenuto e che mi avevano affidato fiducia e speranza in un modo di fare politica vicino ai cittadini. Mi dispiace per loro, più che per me, persone che ringrazio profondamente. Purtroppo sono state prese decisioni miopi: c’era una grande possibilità di dare spazio a questa provincia e riconoscere il peso di un voto importante. Invece, il voto dei cittadini senesi è stato calpestato. E questo fa capire perché tanta gente si allontana dalla politica: qui si è persa un’occasione per dimostrare che il voto conta davvero”.
Si riferisce alle responsabilità del Partito Democratico regionale?
“Sì, credo che la responsabilità maggiore sia del partito regionale. Un partito che non consulta le proprie federazioni provinciali è un partito che ha smarrito il senso della partecipazione. Mi risulta che i contatti con la federazione senese siano stati praticamente chiusi, non c’è stato ascolto. Io stessa non sono stata contattata. È un grande rammarico, perché la politica si fa con il dialogo, non con le decisioni calate dall’alto”.
Il risultato è che Siena, e più in generale le aree interne, restano senza rappresentanza.
“Esatto. Si parla tanto di Toscana Diffusa, ma nei fatti restano centrali Firenze e Pisa. Io, già cinque anni fa, nel mio primo intervento in Consiglio, avevo chiesto al presidente Giani di avere a cuore le aree interne. Oggi quella richiesta è ancora valida, ma dalla composizione della nuova Giunta non percepisco la stessa attenzione. E questo è un segnale preoccupante”.
È delusa dal Partito Democratico? Pensa di lasciarlo?
“In questo momento penso alla buona politica, non alle appartenenze. Certo, mi sento una pedina in una scacchiera mossa dall’alto, dove le decisioni sembrano più frutto di equilibri interni che di merito o di rispetto per i territori. Avrei desiderato che le mosse fossero diverse, più lungimiranti. Ma resto convinta che la buona politica esista e che vada praticata ogni giorno, anche fuori dai palazzi”.
Un giudizio amaro, dunque, su un partito che appare sempre più distante dai suoi territori.
“Siena ha perso un’occasione, ma spero che la nuova Giunta sappia comunque guardare a questa provincia, con i suoi problemi e le sue potenzialità. Io, da parte mia, resto pronta a dare il mio contributo, per una politica che avvicini le persone invece di allontanarle”.