Smartphone a scuola, Mosconi (Licei Poliziani): "Divieto totale eccessivo, serve educare i ragazzi"

Il dirigente dei Licei Poliziani: “Bene limitare, ma serve equilibrio per non penalizzare la didattica”

Di Lorenzo Agnelli | 5 Settembre 2025 alle 12:00

Stop agli smartphone in classe, compreso l’intervallo. È quanto prevede la nuova circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito che estende il divieto all’uso dei telefoni cellulari a tutti i cicli scolastici, salvo necessità personali documentate. L’obiettivo, spiega il Ministero, è quello di arginare gli effetti negativi di un utilizzo eccessivo dei dispositivi elettronici e favorire un approccio più consapevole alle tecnologie.

Ma il provvedimento non convince del tutto i dirigenti scolastici. A esprimere alcune perplessità è Marco Mosconi, preside dei Licei Poliziani di Montepulciano:
“Per quanto riguarda il liceo non sarà un grosso problema: già negli anni scorsi avevamo limitato l’uso dei cellulari e i ragazzi erano consapevoli. Tuttavia – osserva il Dirigente Scolastico – proibirli completamente mi sembra esagerato, perché in alcune discipline e attività didattiche lo smartphone era uno strumento utile e immediato”.

Mosconi ricorda anche come i fondi del PNRR siano stati utilizzati dalle scuole per dotarsi di laboratori e dispositivi informatici, senza puntare in maniera massiccia su tablet che rischiano oggi di essere già obsoleti. “Il rischio – commenta con ironia – è che si arrivi a una corsa all’acquisto di tablet con SIM, visto che il divieto riguarda solo gli smartphone“.

Per il dirigente, insomma, il tema non è vietare ma educare: “Sono d’accordo a limitare l’uso, ma credo sia più utile insegnare ai ragazzi un approccio responsabile alle tecnologie. Proibire per proibire non basta: bisogna educare all’uso consapevole”.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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