Soldi Mps alla Papuasia, sul Sole24ore le critiche dei giudici alla Procura di Siena

Di Redazione | 30 Aprile 2018 alle 11:24

Soldi Mps alla Papuasia, sul Sole24ore le critiche dei giudici alla Procura di Siena

Il collegio senese in un’ordinanza parla di omissioni e ritardi nell’indagine sulla banda del 5%

Un articolo a firma di Stefano Elli su IlSole24ore riporta come in un’ordinanza firmata dai giudici Luciano Costantini, Cristian Soscia e Francesca Guttadauro del collegio senese si accusi la Procura di Siena di significativi ritardi ed omissioni nelle indagini della “banda del 5%”, che avrebbe portato al ritardo alla “richiesta di proroga dell’inchiesta che, sforando i tempi, ha provocato l’invalidazione degli esiti delle indagini successive alla data fissata del 21 giugno 2014. Visto che l’inchiesta si è chiusa a metà giugno 2016, si tratta di due anni pieni di sforzi investigativi andati in fumo”.

Le accuse sono dirette, per il quotidiano, ai pm Giuseppe Grosso, Antonino Anastasi, Aldo Natalini e per il loro capo, il procuratore Salvatore Vitello, sulla vicenda che vede protagonisti Gian Luca Baldassarri, Alessandro Toccafondi e gli esponenti della società Enigma Fabrizio Cerasani, David Ionni e Maurizio Fabris. “Conteggiando anche le proroghe concesse – affermano i giudici – il termine per le indagini preliminari è scaduto sabato 21 giugno 2014. La proroga è stata richiesta due giorni dopo e dunque tardiva. Anche a voler accedere alla tesi del Pm per la quale il termine sarebbe scaduto domenica 22 giugno 2014, la richiesta di proroga delle indagini sarebbe stata comunque non tempestiva. Per questi motivi gli atti d’indagine successivi alla data del 21 giugno 2014 non sono utilizzabili nel presente procedimento”.

Secondo Elli: “Nell’ambito dell’inchiesta sugli ex manager Mps, infatti, si era giunti a un incrocio di indagini tra le Procure di Roma e di Siena. La Pm Perla Lori e i finanzieri, indagando sulla fiduciaria sammarinese Smi, sulla sua consociata romana Amphora fiduciaria e sulla loro emanazione bancaria a Vanuatu, la Uib, avevano scoperto travasi di denaro che partendo proprio da Siena e spondati da San Marino giungevano alla piccola banca in Papuasia. Della cosa Roma ha messo naturalmente a parte i colleghi senesi trasmettendo gli atti, incluse le rogatorie a suo tempo inviate a San Marino” “Il Tribunale di San Marino – attaccano ancora i giudici – ha limitato l’utilizzabilità degli atti trasmessi al procedimento romano prevedendo che eventuali estensioni ad altri procedimenti avrebbero dovuto costituire oggetto di una nuova richiesta di assistenza giudiziaria. La Procura di Siena non ha provveduto ad avanzare detta richiesta con conseguente inutilizzabilità degli atti”.



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