"Stupefatto" per parlare di droga a scuola

Di Redazione | 19 Aprile 2017 alle 16:14

"Stupefatto" per parlare di droga a scuola

Scolaresche ai Rozzi per lo spettacolo “Stupefatto” del progetto “Parliamo di droga”

Al termine di un calendario di incontri e di un percorso di coinvolgimento degli istituti superiori senesi con la collaborazione dell’associazione “Candido”, nella mattina di oggi, al Teatro dei Rozzi, si è concluso il progetto “Parliamo di droga” finalizzato alla prevenzione dalla dipendenza alle sostanze stupefacenti. Momento clou dell’iniziativa, promossa dall’assessorato alle Politiche Giovanili e all’Istruzione, la rappresentazione “Stupefatto – Avevo 14 anni, la droga molti più di me”, una produzione di Itineraria Teatro con la partecipazione di Fabrizio De Giovanni e regia di Maria Chiara Di Marco, tratta dal racconto autobiografico di Enrico Comi e rivolta a centinaia di studenti delle scuole superiori Monna Agnese, Marconi, Caselli, Sarrocchi e Bandini.

Lo spettacolo, nel 2013, ha ottenuto un riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica per l’alto valore civile e sociale e, nel 2016, ha consentito alla compagnia di vincere il premio nazionale Enriquez 2016 per il miglior attore, la migliore drammaturgia e il miglior spettacolo. Proposto negli ultimi due anni a numerose scuole medie e superiori su tutto il territorio nazionale, superando i 70mila spettatori complessivi, grazie alla forza e all’universalità del linguaggio teatrale “Stupefatto” accompagna i ragazzi in una riflessione profonda sui temi della droga e delle dipendenze: “Il racconto di Rico – commenta la regista – calamita l’attenzione di quei ragazzi e di quelle ragazze che si lasciano catturare da un inizio scanzonato e divertito ma che poi vengono trascinati inesorabilmente nel dramma subdolo della dipendenza. Se potessero puntare i piedi per frenare l’avanzata di Rico verso la tragedia, lo farebbero. Tutti”.

Durante la conferenza stampa odierna di presentazione del progetto e dello spettacolo, dopo gli interventi delle insegnanti referenti per gli istituti Caselli e Bandini, lo stesso Enrico Comi ha sostenuto come sia “fondamentale svolgere un’attività di prevenzione parlando della droga in modo diverso rispetto allo stereotipo del Fa male, stai attento! C’è bisogno di un’informazione completa perché i disagi e i danni vengono fuori nel tempo e lo spettacolo risulta efficace proprio perché ripercorre il vissuto di un gruppo di ragazzi”.

La necessità di sviluppare percorsi conoscitivi e di presa di consapevolezza non canonici è stata al centro anche dell’intervento di Amelia Perego, vicepresidente dell’associazione “Candido” che gestisce il centro di ascolto di auto-aiuto per la tossicodipendenza e l’alcolismo a Siena e in parte del territorio valdelsano: “La nostra associazione opera per il supporto alle famiglie perché è fondamentale percepire da subito certi segnali e certe manifestazioni dei ragazzi per intervenire in modo tempestivo”.

“La rappresentazione teatrale di stamani – ha affermato l’assessora all’Istruzione e alle Politiche giovanili, Tiziana Tarquini – ha una chiara finalità educativa affinché i nostri giovani siano informati e consapevoli dei rischi legati all’uso delle sostanze stupefacenti. La scuola è chiamata a svolgere una funzione formativa e di supporto alla famiglia e, da questo punto di vista, ringrazio a nome dell’Amministrazione comunale i dirigenti degli istituti superiori che hanno deciso di coinvolgere i propri studenti nell’approfondimento di una tematica così legata al loro vissuto quotidiano”.

“Il linguaggio teatrale e la narrazione esperienziale – ha concluso l’assessora – sono strumenti molto efficaci anche in termini di coinvolgimento emotivo per lanciare e condividere messaggi, in particolare nei confronti del target giovanile. Senza ipocrisia, dobbiamo riconoscere che il problema delle dipendenze va oltre la dimensione delle sostanze stupefacenti e tocca anche il mondo dell’alcol, del tabacco e del gioco d’azzardo. E’ quindi necessario che i giovani sviluppino un’attitudine generale positiva volta al proprio benessere senza cadere nelle tante trappole, più o meno subdole, che si presentano nella vita di tutti i giorni: la scuola e le istituzioni devono supportare loro e le loro famiglie dal punto di vista educativo e culturale in questa sfida quotidiana”.



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