Suore di Pienza, il copione sembra una serie tv. La trama si arricchisce con nuovi colpi di scena

E la storia continua...

Di Redazione | 27 Febbraio 2023 alle 21:00

Suore di Pienza, il copione sembra una serie tv. La trama si arricchisce con nuovi colpi di scena

Il cliffhanger (in italiano letteralmente “rimane appeso a un precipizio”) è l’espediente narrativo che ha fatto la fortuna delle serie tv che oggi vanno per la maggiore. Il colpo di scena alla fine di una puntata che fa da esca per convincerti a guardare quella successiva. Il caso delle monache di Pienza sembra aver attinto a piene mani, anche dal punto di vista della narrazione, dai prodotti che offrono le tante piattaforme di streaming online. Le notizie sono centellinate, una goccia alla volta: prima il comunicato delle monache, poi la risposta e la controrisposta con la diocesi, e adesso l’ingresso nella storia del personaggio noto e controverso a ravvivare il tutto. Il soggetto in questione è l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già passato alla ribalta della cronaca per i Vaticanleaks e per essere uno dei principali ‘oppositori’ di Papa Francesco.

Viganò ha affidato al vaticanista della Rai Aldo Maria Valli alcune precisazioni in merito alla vicenda di Pienza. Nella sua premessa l’arcivescovo ha sottolineato che il testo che segue è solo un terzo di un elaborato più ampio, le altre due parti saranno disponibili in futuro (cliffhanger rispettato anche questa volta) e che lui conosce personalmente le suore coinvolte, in particolare la madre superiore Diletta Forti. Dopo aver ripercorso il lungo cammino che ha portato le monache a Pienza e aver descritto il presunto malumore per la vicenda del neoarrivato vescovo Lojudice, Viganò racconta: “[…] Don Antonio (Canestri ndr) si presenta al Monastero, con prepotenza e toni intimidatori, arrivando a violare la Clausura penetrando nelle celle delle Monache e rivendicando la proprietà dell’immobile. L’intenzione di don Canestri di lucrarne è palese. Ecco dunque spiegata, con ogni evidenza, la pretestuosità delle azioni disciplinari nei riguardi delle Monache, finalizzate banalmente ad un’operazione finanziaria, sulla falsariga del Monastero di Ravello sulla Costiera amalfitana”.

Don Canestri, della diocesi Montepulciano-Chiusi e Pienza smentirebbe categoricamente l’accaduto su cui si basa l’attacco dell’arcivescovo Viganò ma la citata “falsariga del Monastero di Ravello sulla Costiera amalfitana” offre un nuovo spunto. In data 20 febbraio 2023 Papa Francesco ha firmato una lettera apostolica in forma di “motu proprio” circa il patrimonio della Sede Apostolica in cui si legge: “Tutti i beni, mobili e immobili, ivi incluse le disponibilità liquide e i titoli, che siano stati o che saranno acquisiti, in qualunque maniera, dalle Istituzioni Curiali e dagli Enti Collegati alla Santa Sede, sono beni pubblici ecclesiastici e come tali di proprietà, nella titolarità o altro diritto reale, della Santa Sede” e “Nessuna Istituzione o Ente può reclamare la sua privata ed esclusiva proprietà o titolarità dei beni della Santa Sede”. Con questo atto tutti i beni ecclesiastici dovrebbero quindi passare in mano allo Ior, in una sorta di riforma economica che sta attuando il Vaticano. Quello che sostiene l’arcivescovo Viganò è che i provvedimenti presi nei confronti delle suore, e più nello specifico della Abbadessa, siano riconducibili alla volontà della Santa Sede di riappropriarsi dell’immobile e che la vicenda non avrebbe niente a che fare con i mercatini segnalati dell’amministrazione comunale di Pienza alla diocesi.

Nelle prossime puntate Viganò vuole svelare il contenuto dei provvedimenti della Santa Sede con il loro inquadramento nel contesto più vasto dell’azione demolitrice di Bergoglio, e le iniziative da intraprendere.

La storia quindi continua, personaggi si alternano così come verità e ricostruzioni, nella speranza che il finale della serie sia a poche puntate di distanza e che non riservi ulteriori colpi di scena.

 

Filippo Meiattini



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