Tari, Confcommercio: "Costi in crescita nonostante attività chiuse"

Siena, con 273,70 euro, è il comune capoluogo con la Tari pro capite più elevata di tutta la Toscana, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Tasse Locali Confcommercio

Di Redazione | 1 Aprile 2021 alle 16:26

Tari, Confcommercio: "Costi in crescita nonostante attività chiuse"

La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare per le imprese del territorio un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che lo caratterizzano. Tanto più ora che il totale di produzione dei rifiuti è diminuito. Mentre emerge anche la necessità di fare chiarezza sul metodo di calcolo ARERA che pare aumentare le tariffe non diminuirle come era nelle premesse dell’autorità regolatrice.

“E’ necessaria l’esenzione Tari per le imprese chiuse o che hanno avuto cali di fatturato – tuona Confcommercio Siena – Dai dati raccolti dal portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it si conferma il peso eccessivo della Tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese nonostante l’emergenza da Covid-19 abbia obbligato molte attività a chiudere e nonostante si sia registrata nel 2020 una contrazione del Pil di quasi 9 punti percentuali, con conseguente riduzione di consumi e di rifiuti”.

“Auspichiamo che su ARERA e ammontare complessivo Tari si possa intraprendere un dialogo costruttivo con Comune /Ente gestore – è la richiesta dell’associazione – Servono infatti interventi strutturali affinchè venga recepito il nuovo metodo tariffario determinato dall’Arera, vincolando la Tari al rispetto del principio europeo “chi inquina paga”.

“Ma servono anche misure emergenziali, visto il perdurare della diffusione epidemiologica da Covid-19 – chiarisce Confcommercio Siena – Chiediamo allora che siano esentate dal pagamento della Tassa tutte quelle imprese che, anche nel 2021, saranno costrette a chiusure dell’attività o a riduzioni di orario. Analoghe misure dovranno essere riconosciute in favore di tutte quelle altre imprese che, pur rimanendo in esercizio, registreranno comunque un calo del fatturato – e, quindi, dei rifiuti prodotti – a causa della contrazione dei consumi”.

Il territorio a confronto con le altre province toscane

Siena, con 273,70 euro è il comune capoluogo con la Tari pro capite più elevata di tutta la Toscana secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Tasse Locali Confcommercio.

La gran parte dei Comuni capoluogo di provincia continua a registrare una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni (Fonte: www.opencivitas.it, sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle varie amministrazioni locali) e anche il nostro territorio conferma il trend. A Siena se il fabbisogno standard risulta di 13.145.910,21 il totale Tari è di 14.752.675,00, con uno scostamento di 1.606.764,79 ed una percentuale di differenziata del 38,46% contro una media regionale del 40%. Livorno si discosta tra fabbisogno e totale Tari per un più 23%, mentre Pistoia per un meno 29,55%, Arezzo del 21,73%. Siena così è seconda a livello regionale per maggiore percentuale di scostamento, mentre Pistoia è ultima. Sul livello quantitativo dei servizi Lucca è prima con 9 e Siena penultima con 4 al pari con Pistoia, Livorno, Grosseto, Arezzo.

Per quanto riguarda le tariffe, confermati anche i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni e nella stessa provincia. Firenze è prima per campeggi, distributori, impianti sportivi e autolavaggio con 6,7 euro al metro quadro, Siena terzo in Toscana con 4,9 euro al metro quadro e Arezzo ultima con 2,5 euro al metro quadro. Per piscine, impianti termali, Firenze è sempre prima (5,5 euro al metro quadro) e Siena seconda (4,2 euro al metro quadro), ultima Grosseto (2,2 euro al metro quadro). La classifica non cambia per esposizioni, autosaloni, esposizioni mobili, fiere. Firenze è prima (4,6 euro al metro quadro) e Siena seconda (3,4 euro al metro quadro), ultima Arezzo (1,7 euro al metro quadro). Per quanto riguarda gli alberghi con ristorante prima è sempre Firenze (13,1 euro al metro quadro), Siena diventa terza (8,1 euro al metro quadro), ultima Arezzo (4,1 euro al metro quadro). Stesso trend per gli alberghi senza ristorante (a Siena 5,7 euro al metro quadro, ad Arezzo, ultima, 3,6 euro e a Firenze, prima, 9,8 euro). Per quanto riguarda negozi, librerie, ferramenta ecc… Siena “recupera” la seconda posizione con 7,3 euro al metro quadro, Firenze è sempre in prima posizione (10,1 euro al metro quadro) e Arezzo la meno cara (3,5 euro). Stessa classifica per edicole, farmacia, tabacchi e plurilicenze: a Siena si pagano 7,4 euro al metro quadro, a Firenze 11,9 e ad Arezzo (ultima in Toscana), 4,4 euro.

Classifica completamente diversa per ristoranti, trattorie, osterie, pub, birrerie, pizzerie. Qui Pistoia è prima con 37,3 euro al metro quadro, Siena terzultima con 17,7 euro e Grosseto ultima con 13,5 euro. Stessa posizione per Siena per bar, caffè, pasticcerie (14,7 euro al metro quadro, Livorno prima con 29,4 euro al metro quadro e Arezzo ultima con 10 euro al metro quadro). Per quanto riguarda supermercati, pane, pasta, generi alimentari, panifici prima è Livorno con 20,2 euro al metro quadro, Siena quinta con 10,4 euro e ultima sempre Arezzo con 7,1 euro. Per ortofrutta, pescherie, fiori, pizza al taglio sempre prima Livorno con 44,5 euro al metro quadro, Siena terzultima con 17,3 euro al metro quadro e Arezzo in fondo alla classifica con 13,2 euro al metro quadro. Per le discoteche, Firenze va in cima alla classifica con 15,1 euro al metro quadro, Siena seconda (11,6 euro) e Arezzo sempre ultima (4,6 euro al metro quadro).

L’ARERA, l’autorità che ha assunto funzioni di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani, aveva stabilito che nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l’adozione del Metodo Tariffario Rifiuti (MTR) incentrato sulla trasparenza e sull’efficienza dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che avrebbe dovuto generare un abbattimento delle tariffe.

Solo il 21% dei Comuni ha recepito il nuovo Metodo Tariffario Rifiuti di ARERA. In questo sottoinsieme, nel 58% dei casi il costo della TARI risulta in aumento per un valore medio del +3,8%. Nei Comuni che hanno impostato il nuovo metodo tariffario ARERA, in sostanza, non si sono registrate le contrazioni della spesa attese né un efficientamento dei costi.

Sul fronte degli interventi posti in essere dall’ARERA con la delibera n. 158 del 5 maggio 2020 per ridurre la parte variabile della tassa tenuto conto della minore produzione dei rifiuti legata alla sospensione delle attività produttive per il COVID-19, pochi e, talvolta, contraddittori sono stati i risultati raggiunti.

“L’obiettivo della delibera era quello di indurre i Comuni al pieno ed integrale rispetto del principio europeo “chi inquina paga” – fa notare l’associazione – tale principio sarebbe dovuto essere il pilastro che avrebbe dovuto guidare l’azione degli enti locali nel rideterminare le tariffe in considerazione del particolare periodo storico e degli effetti prodotti dall’emergenza epidemiologica sulle attività produttive”.

“A dispetto della delibera dell’Autorità, i dati esaminati evidenziano come, a livello nazionale, il 60% dei Comuni abbia mantenuto le tariffe invariate, mentre il 17% le ha diminuite e il 23% addirittura aumentate”.

“Per quanto riguarda il territorio della provincia di Siena – aggiunge Confcommecio – poco o nulla è stato fatto rispetto a quelle attività che sono rimaste aperte ma che, a seguito degli orari di attività ristretti, dei contingentamenti e della minor propensione dei cittadini a uscire e consumare, hanno registrato cali di fatturato significativi”.

Il calo della produzione rifiuti 2020 a livello nazionale

E’ stato quantificato un calo di più di 5 milioni di tonnellate di rifiuti, pari al 15% in meno rispetto all’anno precedente, calo che, in ogni caso, assorbe anche la produzione di dispositivi anti Covid (sostanzialmente mascherine) trattati come rifiuti indifferenziati (Ispra ha stimato per il 2020 che la produzione di tali dispositivi si è attestata tra le 160mila e le 440mila tonnellate).

“Nonostante questo l’ammontare complessivo della Tari si è attestato, nel 2020, su valori analoghi a quelli del 2019 (circa 9,73 miliardi di euro) – commenta Confcommercio – Un quadro ancor più preoccupante considerando che proprio il 2020 avrebbe dovuto rappresentare una svolta”.



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