Teodora Axente porta la “Metamorfosi del Sacro” al Santa Maria della Scala

A Siena la prima personale istituzionale dell’artista rumena: un viaggio tra reliquie, simboli e spiritualità contemporanea

Di Lorenzo Agnelli | 13 Novembre 2025 alle 21:00

Da domani, 14 novembre 2025, all’11 gennaio 2026, il Complesso museale Santa Maria della Scala di Siena ospita “Metamorfosi del Sacro”, la prima personale istituzionale di Teodora Axente, artista rumena tra le voci più intense e riconosciute della pittura europea contemporanea.
La mostra, curata da Riccardo Freddo e Michela Eremita, nasce da un’idea di Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, e rappresenta un progetto site-specific interamente pensato per gli spazi del museo senese, in collaborazione con la Galleria Rosenfeld di Londra.

Un percorso di 25 opere che intrecciano il linguaggio pittorico dell’artista con la spiritualità e la memoria del luogo, in un dialogo profondo con i tesori del Santa Maria: dagli affreschi de Il Vecchietta alle reliquie di Costantinopoli, dal velo della Vergine al chiodo della Croce.
Le tele e le installazioni di Axente trasformano la materia sacra e la storia del complesso in immagini ibride e simboliche, dove il corpo diventa spazio di guarigione e di rinascita e gli oggetti un tempo usati per la cura dei pellegrini – ciotole, bende, strumenti medici – si trasfigurano in reliquie laiche, testimonianze di una spiritualità contemporanea.

“Il progetto è nato dal desiderio di valorizzare il Santa Maria della Scala con un intervento pensato appositamente per questi spazi – spiega il curatore Riccardo Freddo -. Teodora Axente ha trascorso molto tempo qui, studiando gli affreschi de Il Vecchietta, le reliquie sacre e l’architettura del museo. Ogni opera nasce da questo dialogo profondo, in un percorso che unisce simbolismo e metamorfosi, come nel caso della serie dedicata ai sette vizi capitali come nell’opera ‘The Ladder’ dove ogni gradino riprende un dettaglio de Il Vecchietta. È una pittura che si nutre del luogo e che ne rinnova il senso”.
Una visione condivisa anche da Michela Eremita, che sottolinea la capacità dell’artista di fondere culture e tradizioni diverse in un linguaggio pittorico attualissimo: “Axente rielabora la storia dell’arte occidentale e quella ortodossa, inserendo riferimenti che vanno dai fiamminghi alla tradizione bizantina. I suoi corpi sono contemporanei, i volti appartengono al nostro tempo: in questo modo il passato dialoga con il presente. È un lavoro di scavo e di fusione, che restituisce un mondo simbolico e allo stesso tempo vicino a noi”.

L’esposizione si collega idealmente anche al Palazzo Pubblico di Siena, dove l’artista ha realizzato un’opera dedicata alla Rosa d’Oro di Pio II, unendo simboli cattolici e ortodossi – la rosa e il giglio – in un’unica rappresentazione di grazia e purezza. “La rosa era un tempo una scultura profumata, simbolo della grazia di Cristo – ricorda Eremita -, Axente ne ha fatto una pittura-scultura che intreccia la cultura senese e quella ortodossa, unendo idealmente Santa Maria della Scala e il Palazzo Pubblico”.
Per l’artista, la mostra rappresenta un punto di partenza e un legame profondo con la città: “È una grande opportunità poter esporre qui – afferma Teodora Axente . Il Santa Maria della Scala è una fonte di ispirazione continua, ricco di storia e spiritualità. Spero che i visitatori possano scoprire un po’ del mio mondo e delle cose che creo, in un percorso che non si chiude con questa mostra ma che continuerà nel tempo”.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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