Truffata si suicida dandosi alle fiamme: falsa guaritrice condannata a 3 anni e 3 mesi

Una 59enne tunisina si era spacciata per un santone spillando 400mila euro a una nota tabaccaia di Poggibonsi, che disperata si è poi tolta la vita. Condanna per truffa aggravata e sostituzione di persona, il Gup dispone provisionale di 100mila euro per il marito

Di Redazione | 8 Ottobre 2020 alle 16:54

Truffata si suicida dandosi alle fiamme: falsa guaritrice condannata a 3 anni e 3 mesi

Tre anni e tre mesi: è la condanna inflitta col rito abbreviato dal gup Ilaria Cornetti a una 59enne tunisina che fingendosi un santone guaritore, aveva spillato quasi 400mila euro a una tabaccaia di Poggibonsi di 62 anni, Tiziana Maurizi, una volta guadagnata la sua amicizia e fiducia, promettendole di poter guarire il marito malato. La donna nell’aprile 2018 si uccise dandosi alle fiamme alla fortezza di Poggio Imperiale di Poggibonsi, in preda alla disperazione per aver perso i risparmi di una vita.

La condanna è arrivata per 3 capi di accusa su 4, la truffa aggravata e la sostituzione di persona, è stata esclusa invece, perchè il fatto non è stato commesso, l’istigazione al suicidio. Il giudice ha disposto per l’imputata una multa di 1000 euro e una provisionale di 100mila euro da pagare al marito della donna, storico tabaccaio da 50 anni della cittá valdelsana. La quantificazione del danno sarà poi decisa in sede civile. La richiesta complessiva della famiglia era di 1 milione di euro. La stessa 59enne, condannata alla rifusione di tutte le spese legali delle parti civili, è indagata per un’altra presunta truffa aggravata che avrebbe commesso in qualità di amministratrice di sostegno.

Pena, sospesa, di un mese e 10 giorni con il patteggiamento per l’ex compagno della tunisino suo complice, un 44enne che era a giudizio per sostituzione di persona, anche lui condannato alla rifusione di tutte le spese legali.

“Dal punto di visto morale e umano è una condanna adeguata” ha detto l’avvocato Manfredi Biotti, che difendeva il marito della tabaccaia, parte civile e in lacrime alla lettura della sentenza. “Ho i miei ragazzi che mi aiutano – ha detto distrutto dal dolore – ma quando sono solo le lacrime sono tante”.       C.C

 



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