Violenza su donne e minori, intesa tra Asl Toscana sud est e Università di Siena

L'accordo è stato formalizzato nell'ambito del progetto #IpaziaCcm2021, coordinato dalla dottoressa Vittoria Doretti

Di Redazione | 3 Marzo 2023 alle 20:00

Si è svolto questa mattina l’evento intermedio sullo stato dell’arte del progetto a carattere nazionale “Ipazia Ccm 2021 – Strategie di prevenzione della violenza sulle donne e sui minori”, in programma dopo il lancio di presentazione a febbraio 2022, nella sede della Regione Toscana in Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze. Capofila è la Asl Toscana sud est insieme a partner da tutta Italia: Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, Fondazione Irccs Cà Granda ospedale maggiore policlinico di Milano e Aziende sanitarie locali del Friuli Occidentale, dell’Umbria 1, di Lecce e di Matera. L’incontro ha avuto luogo nell’aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Siena. Spiega il rettore dell’Università di Siena, Roberto Di Pietra: “Il progetto Ipazia costituisce un’ulteriore conferma dell’impegno che l’Università di Siena ha assunto sui temi della prevenzione della violenza sulle donne e sui minori. La prevenzione passa per un cambiamento che è di tipo culturale. In questo senso il nostro Ateneo ha avviato nel 2022 un Master sul Codice Rosa allo scopo di offrire importanti approfondimenti per conoscere e intervenire sul fenomeno della violenza sulle donne e i minori proprio a partire dall’esperienza del Codice Rosa. Siamo orgogliosi di potere vantare questo percorso formativo all’interno della nostra offerta”.

Il progetto #IpaziaCcm2021 è coordinato dalla dottoressa Vittoria Doretti, direttrice Area Dipartimentale Promozione ed Etica della Salute della Sud est e responsabile della Rete regionale Codice Rosa. Finanziato dal Ministero della Salute, nell’ambito della linea 4 del Programma Ccm 2021 (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie), nasce con l’obiettivo di rafforzare i servizi di assistenza e supporto a donne e minori vittime di violenza, attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio-sanitaria, con particolare riguardo agli effetti del Covid-19.

All’interno della cornice del formazione, tema principale su cui si basa il progetto in generale, quello della comunicazione è stato l’argomento su cui si è puntata l’attenzione e che ha orientato l’iniziativa di oggi, dedicata a illustrare lo stato di avanzamento e le azioni realizzate nell’ambito di Ipazia, da parte di ogni soggetto coinvolto. La giornata si è aperta con i saluti istituzionali e a seguire gli interventi, dei massimi rappresentanti di Regione Toscana, della Asl Toscana sud est, dell’Università di Siena e della dottoressa Cristina Tamburini per il Ministero della Salute. Dato l’interesse espresso dal mondo dell’istruzione, scuole superiori di Siena e della provincia, in presenza, e da tutte le regioni coinvolte, in collegamento, hanno partecipato, così come erano presenti molti studenti e studentesse universitarie che hanno inserito l’evento, nel quadro della tematica più generale, nel loro percorso di studio.

Contestualmente è stata siglata ufficialmente la convenzione tra Asl Toscana sud est e Università degli Studi di Siena, in particolare grazie alla collaborazione del team del professor Maurizio Masini del dipartimento di Scienze sociali politiche e cognitive, che sancisce la nascita della Comunità di pratica infermieristica: prima esperienza in Italia, la Comunità di pratica intende costruire una rete professionale dinamica attraverso la condivisione rapida di idee, progetti e criticità, per mezzo di una piattaforma specifica. È dedicata alle figure dell’infermiera e dell’infermiere che svolgono un ruolo centrale e allo stesso tempo trasversale nell’assistenza.

“Il contrasto alla violenza su donne e minori è una battaglia che è ben presente nell’agenda della Regione – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani- Le violenze da un lato vanno prevenute, dall’altro è importantissimo poter disporre di una rete e di professionisti che aiutino le vittime di abusi e che contemporaneamente consenta di intervenire sugli autori delle violenza. Per farlo è importante investire anche nella formazione. Le intese siglate e i corsi avviati, raccontati nell’evento di oggi, costituiscono la giusta rotta su cui muoversi”.

“Con il Progetto Ipazia, inserito nel programma 2021 del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM), durante l’emergenza pandemica, il Ministero della Salute ha inteso dare un ulteriore impulso alle strategie di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne e i minori – Direttore Generale della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, dottor Gianni Rezza – Il progetto estende le azioni di supporto già promosse in tale ambito, prevedendo la definizione e la sperimentazione di un Modello formativo rivolto alle operatrici e agli operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali. Il Ministero della Salute segue con attenzione le attività che l’Ente capofila e gli Enti partecipanti del progetto Ipazia stanno implementando, con l’obiettivo di favorire l’applicazione sistematica di corretti protocolli di presa in carico delle vittime e la costruzione di reti interdisciplinari, facilitando lo scambio di buone prassi che possano contribuire all’equità delle cure”.

L’evento intermedio è un’importante occasione per condividere le attività realizzate e quelle in corso di realizzazione e sostenere l’ulteriore percorso del progetto Ipazia, nella prospettiva che le soluzioni operative sperimentate nei territori dei partner del progetto siano replicabili in ulteriori contesti del Servizio Sanitario Nazionale e concorrano alla promozione di una cultura della non violenza.

“Proprio nell’Asl Toscana sud est, nell’allora Asl di Grosseto, è nata la rete del Codice Rosa – ricorda l’assessore alla sanità, Simone Bezzini – Un’intuizione avuta da professioniste e professionisti che avevano colto la necessità di garantire anche in pronto soccorso la presenza di personale con le capacità, le competenze e le sensibilità necessarie a riconoscere un caso di violenza e a saperlo gestire in modo adeguato e condiviso. Quel modello è divenuto nel 2016 un progetto regionale e Ipazia è la perfetta sintesi del percorso realizzato a oggi e su cui vogliamo continuare a investire. Da questo punto di vista l’azione di formazione delle operatrici e degli operatori del servizio sanitario nazionale rappresenta una priorità e costituisce la prima azione da intraprendere: uno strumento per trasmettere conoscenze e competenze puntuali”.

“Nel cammino che stiamo percorrendo dall’inizio di questo nuovo impegno contro la violenza e che conduciamo insieme agli altri partner, quello di oggi rappresenta un approdo. Un momento su cui riflettere su quanto fatto finora, un’occasione di confronto tra gli addetti ai lavori ma soprattutto di coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine, un’apertura all’esterno per far conoscere i passi fatti nell’ambito di Ipazia – dichiara Vittoria Doretti- Oggi diamo testimonianza dei risultati delle sinergie create con le altre aziende sanitarie, enti e istituzioni regionali, nazionali e internazionali, che vanno a rafforzare quelle già in essere nella rete di Codice rosa con i centri antiviolenza e delle associazioni. Grazie alla volontà del Ministero della salute, insieme a colleghe e colleghi prestigiosi delle nostre direzioni e Regioni coinvolte, stiamo portando avanti una sfida importante, anche attraverso  il vissuto di questi due anni di pandemia Covid, per la realizzazione di nuovi modelli di formazione, in particolare di operatrici e operatori della sanità territoriale, in profondo raccordo con la parte ospedaliera, ambulatoriale, e in stretta sinergia con tutti gli altri attori di questo straordinario viaggio che dopo la tappa di oggi riprenderà il largo verso il traguardo finale”.

Dall’avvio del progetto è stato attivato un corso di formazione a distanza (FAD) che ha visto coinvolto personale sanitario e socio-sanitario di ogni regione e che si è concluso nello scorso dicembre per lasciare il posto a un’altra metodologia formativa questa volta in presenza, secondo la modalità operativa PBL (Problem Based Learning), con lo scopo di “formare i formatori” che a cascata andranno a realizzare corsi sul tema della violenza contro donne e minori, per una maggiore sensibilizzazione e conoscenza sui percorsi integrati ospedale-territorio.

“La formazione è una carta vincente in ogni ambito professionale, ma diventa ancora più determinante quando si parla della accoglienza e della gestione di persone, in particolare donne e minori, ma anche anziani, che hanno subito una qualche forma di violenza, – afferma il direttore generale della Asl Toscana sud est, Antonio D’Urso – Accrescere le capacità di operatori e operatrici, soprattutto della sanità territoriale, di riconoscere precocemente i casi di violenza, favorire l’accesso alle reti territoriali in sicurezza attivando i centri antiviolenza, facilitare percorsi di fuoriuscita dai contesti d’abuso e prevenire i casi di re-vittimizzazione sono i presupposti essenziali per rispondere con un segnale forte e concreto alla violenza. In questa direzione si rivolge il progetto Ipazia, per cui mi preme ringraziare i professionisti della Sud est che ci stanno lavorando, i soggetti direttamente coinvolti, a partire dalla Regione Toscana e dall’Università di Siena, l’ISS e gli altri attori, senza i quali gli importanti risultati che abbiamo conosciuto oggi non sarebbero stati raggiunti”.



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