Zona rossa: in provincia di Siena 1191 le attività obbligate alla chiusura

I numeri della Camera di Commercio di Siena e Arezzo: l’inclusione della Toscana nella zona rossa sta causando evidenti ripercussioni negative nel sistema economico delle due province

Di Redazione | 18 Novembre 2020 alle 16:50

Zona rossa: in provincia di Siena 1191 le attività obbligate alla chiusura

L’inclusione della Toscana nella zona rossa sta causando evidenti ripercussioni negative nel sistema economico delle province di Siena e Arezzo. Un forte sacrificio chiesto alle imprese dei nostri territori che, per alcune tipologie di imprese, individuate dagli ormai conosciutissimi codici Ateco 2007, impone anche la temporanea chiusura al pubblico della loro attività.

In questo caso è comunque ammessa, quando possibile per la natura dell’attività, la prosecuzione della vendita a distanza senza riapertura del locale, effettuando consegne a domicilio nel rispetto dei requisiti igienico sanitari sia per il confezionamento che per il trasporto.

Sono molteplici le attività che sono obbligate temporaneamente alla chiusura al pubblico; tra le altre, ricordiamo i magazzini e gli empori non alimentari, le attività di commercio al dettaglio di tessuti, di confezioni, di mobili per la casa, di orologi, di articoli di gioielleria e argenteria, di mobili usati e oggetti di antiquariato, quelle di commercio al dettaglio ambulante di generi non alimentari, oltre ai servizi degli istituti di bellezza e di altre attività di servizi per la persona.

Nella provincia di Arezzo su un numero complessivo di 45.266 localizzazioni di imprese, sono 1.426 quelli temporaneamente chiuse al pubblico. In provincia di Siena sono invece 1.191 su 36.888. Ovviamente a questi numeri si vanno ad aggiungere, quelli di altre imprese soprattutto commerciali, che pur non avendo obblighi di chiusura al pubblico a causa dell’oggettiva difficoltà della circolazione delle persone e quindi a fronte di consistenti contrazioni nel volume di vendite hanno ritenuto più opportuno sospendere le proprie attività.

Per quanto riguarda le attività produttive industriali ed artigianali, l’agricoltura, l’edilizia ed i servizi non sono previste limitazioni di alcun genere se non quelle derivanti dagli andamenti negativi di ordinativi e fatturati di alcuni settori. Per quanto concerne la produzione, i segnali provenienti dai mercati esteri erano almeno fino a settembre abbastanza incoraggianti: il dato nazionale registra un + 2,1 % a settembre 2020 sul settembre 2019, con una crescita importante sui mercati dei paesi asiatici, maggiormente risparmiati dalla seconda ondata della pandemia Covid 19. L’export nazionale verso la Cina ha avuto addirittura una crescita tendenziale del + 33% .

Sarà importante vedere, nei prossimi mesi e soprattutto nel 2021, se il sistema attivato dal governo nazionale con gli indennizzi alle imprese che hanno subito contrazioni nei fatturati e gli altri interventi di sostegno all’occupazione saranno in grado di favorire un rapido rilancio del nostro sistema economico.



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