Al Politeama di Poggibonsi la musica di Mozart diretta da Diego Ceretta per omaggiare Massimo De Bernart

Appuntamnto martedì 5 marzo alle 21.00 il direttore principale dell'ORT torna insieme alla pianista e compositrice Lera Auerbach per un programma mozartiano

Di Redazione | 4 Marzo 2024 alle 22:02

Al Politeama di Poggibonsi la musica di Mozart diretta da Diego Ceretta per omaggiare Massimo De Bernart

Prosegue al Politeama di Poggibonsi la stagione concertistica  nell’ambito della stagione congiunta dei Teatri della Valdelsa. Martedì 5 marzo alle 21,00 insieme all’ORT torna il direttore principale Diego Ceretta.

E non è un caso che sia proprio lui a omaggiare il primo direttore dell’ORT Massimo De Bernart, a cui la Fondazione dedica il concerto fiorentino a vent’anni esatti (il 7 marzo) dalla sua scomparsa. Fu proprio De Bernart a salire sul podio al debutto dell’Orchestra il 3 settembre 1980 nell’Abbazia di San Zeno a Pisa. Fu scelto nel ruolo di direttore musicale del nuovo complesso a soli 30 anni, già collaboratore di Franco Ferrara, Bruno Bartoletti e Piero Bellugi all’Accademia Chigiana di Siena, dove due anni prima era nata l’Orchestra Giovanile Italiana.

Il suo lavoro contribuì in misura determinante a reclutare strumentisti di grande valore, a cominciare da Andrea Tacchi, indimenticabile anima dell’orchestra prima ancora che spalla straordinaria, e a consolidare la compattezza di un complesso che fin dal principio si dimostrò di qualità eccezionale. Oggi su quel podio sale Ceretta, 27 anni.

Protagonista di questa produzione è Mozart: il Mozart autentico e il Mozart ripensato da Lera Auerbach, compositrice d’oggi che è anche pianista, scrittrice, artista visuale e non a caso definita dalla critica “una donna del Rinascimento” per i tempi moderni.

Nata cinquant’anni fa a Chelvabinsk, in Siberia, da adolescente si è trasferita a New York senza conoscere una parola d’inglese. Anni dopo, grazie alla sua esperienza negli Stati Uniti, si è creata una voce internazionale. Il suo brano che apre la serata, Eterniday. Homage to W. A. Mozart, gioca nel titolo con una parola inventata dalla compositrice: l’unione di “eternity” e “day”, inteso come qualcosa in equilibrio tra fragilità e permanenza. Il Mozart che vi sta dentro è quello delle pagine infantili per tastiera, che Auerbach conosce bene per averle incise. Attorno a questa pagina Diego Ceretta, incornicia due capolavori del Mozart “crepuscolare”.

Il Concerto K. 466, il più drammatico (e tra i più apprezzati) dei venticinque Concerti pianistici del salisburghese, per via della tonalità in re minore e per il suo carattere turbolento, che sembra guardare in avanti, verso il romanticismo. E poi c’è la Jupiter, sinfonia monumentale, l’ultima composta da Mozart, che susseguì la tribolata stesura del Don Giovanni.



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