Beko, Fiom Cgil Siena: "Per il sito di viale Toselli servono fatti, a noi non bastano i semi"

A preoccupare il sindacato è ancora l’assenza di un piano industriale e il silenzio sui contenuti del golden power

Di Redazione | 4 Maggio 2024 alle 15:30

In merito alle recenti dichiarazioni sul futuro del sito senese di Beko (ex Whirlpool) dei Segretari provinciali FIM CISL e UILM, la FIOM CGIL di Siena, nelle persone della Segretaria Generale Daniela Miniero e del componente RSU dello stabilimento Stefano Borgogni, tiene a precisare quanto segue.

Dal comunicato stampa unitario delle Segreterie nazionali FIOM, FIM, UILM diffuso dopo l’incontro al MIMIT con il Ministro Urso, è emerso l’impegno del Governo ad attenzionare la situazione aziendale della Beko e a convocare un incontro con le Segreterie nazionali e territoriali di FIOM, FIM, UILM e UGL con la NewCo, ma è altresì apparso chiaro come all’incontro avvenuto tra lo stesso Ministro Urso e il Ceo di Beko non sia stato presentato nessun piano industriale e come ad oggi l’unico strumento di tutela dei siti produttivi e del livello occupazionale resti la Golden Power, il cui contenuto, però, resta ancora a noi sconosciuto.

Ebbene, se fare un’analisi dei fatti e di eventuali scenari possibili ora, dopo l’ingresso di Beko Europe, significa essere allarmisti, quando a settembre il Segretario FIM CISL Siena Cesarano annunciò alla stampa la chiusura del sito di Siena entro due mesi cosa era?

Se la FIM e la UILM invitano la FIOM a tenere un profilo più basso, la FIOM li chiama ad alzare il livello della discussione e a non ricorrere a futili ed inutili strumentalizzazioni di basso livello che non servono a nessuno e certamente non alla vertenza e ai lavoratori coinvolti, che meritano rispetto ed una difesa concreta, serrata e costante.

Se agli altri sindacati basta la bustina di semi di buon auspicio che un mese fa la nuova Azienda ha consegnato a tutti i dipendenti di Viale Toselli, a noi della FIOM CGIL servono fatti e risposte vere, e ad oggi di concreto c’è solo la cassa integrazione che i 299 addetti della Beko stanno continuando a fare e la mancanza di un piano industriale, insieme ad un continuo prendere tempo da parte del Gruppo.



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