Benedizione Drappellone, dall'Arcidiocesi un netto segnale al Comune: "Serve una collaborazione che finora è mancata"

Di Redazione | 16 Agosto 2018 alle 14:31

Benedizione Drappellone, dall'Arcidiocesi un netto segnale al Comune: "Serve una collaborazione che finora è mancata"

Don Bechi a Siena Tv: “La nuova Amministrazione ha tutti gli elementi per far partire un dialogo che prima era saltuario”

A prendere posizione riguardo alla questione della mancata benedizione del Drappellone di Charles Szymkowicz è stato Don Andrea Bechi, dopo la lettera inviata alla nostra redazione (LEGGI QUI: https://www.radiosienatv.it/don-bechi-il-vescovo-ha-esercitato-la-sua-funzione-a-difesa-della-fede-secolare/). Si chiede maggiore collaborazione al Comune, sulla falsariga delle parole del collegio dei correttori (LEGGI QUI:  https://www.radiosienatv.it/collegio-correttori-da-ventanni-chiediamo-al-comune-di-essere-interpellati/). Un tema che sarà di ampia discussione, vista la chiusura mostrata già dal sindaco Luigi De Mossi (LEGGI QUI: https://www.radiosienatv.it/de-mossi-a-siena-tv-una-persona-dellarcivescovo-in-commissione-comune-indipendente-nelle-sue-scelte/)

“E’ stato un segnale netto – ha detto –  Ma non è stato un attacco alla contrade. Avevamo chiesto, Curia e Correttori, di essere ascoltati, ma è successo saltuariamente, per evitare tali episodi. Ma un segnale di apertura che ha capito il sindaco, considerando che ha chiesto subito un dialogo, sereno costante proprio perchè la Festa riesca a tutti, il vescovo non ha fatto un attacco alle contrade, ma una difesa della fede. L’Amministrazione è nuova e ha tutti gli elementi per far partire un dialogo”.

“Io credo che la cosa – ha continuato – vada vista in un contesto ampio, pacato e sereno, serve rifletterci e prendere da quello che è accaduto per ottenere il meglio. Il gesto è quello di fronte ad una benedizione che invoca la grazia di Dio di fronte al Cencio, un oggetto che da regolamento del Palio deve riportare l’immagine Santa nella quale i fedeli devono ricevere la grazia dai mali. La lunga tradizione ci ha detto che queste immagini, pur nella libertà di espressione di artisti, hanno espresso in mille modi di rappresentare l’iconografia, anche con episodi che hanno determinato strappi tra artisti e chiesa, ma il dialogo ha sempre fatto sì che l’immagine venisse rispettata. Al vescovo ha destato perplessità vedere una Madonna che invece di proporre l’adorazione un bambino in cui si è incarnato Dio, ha tra le braccio un cavallo. Serve riflessione e dialogo tra tutti”.

 

 

 

 

 

 

 



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