Bezzini: "Toscana zona rossa in soli tre giorni, è incomprensibile. Ma ora bisogna uscirne"

Il punto dell'assessore alla sanità: "Fasce cromatiche, necessità di una riflessione su un meccanismo che, tra l’altro, rischia di essere a scoppio ritardato. Tamponi, lotta al Covid e personale sanitario, ecco come ci stiamo muovendo"

Di Redazione | 15 Novembre 2020 alle 17:07

Bezzini: "Toscana zona rossa in soli tre giorni, è incomprensibile. Ma ora bisogna uscirne"

Da oggi la Toscana è ufficialmente in zona rossa. Il commento dell’assessore alla sanità della Regione, Simone Bezzini, in un lungo post su Facebook: “Per prima cosa risulta poco comprensibile come sia possibile passare tre fasce cromatiche nel giro di una settimana, con un salto dall’arancione al rosso in tre giorni, senza avere nemmeno il tempo di misurarne gli effetti. Emerge dunque la necessità di una riflessione su un meccanismo che, tra l’altro, rischia di essere a scoppio ritardato: nel nostro caso, ed esempio, la decisione del Governo si basa su dati che si riferiscono alla settimana scorsa, quella dal 2 all’8 novembre. Negli ultimi giorni, infatti, abbiamo registrato una stabilizzazione del dato dei nuovi positivi, in un quadro dove il numero di tamponi effettuato nell’ultima settimana si è attestato tra i 17mila e i 21mila al giorno (molecolari+rapidi), collocandoci al secondo posto in Italia per numero di tamponi ogni 100mila abitanti”.

Bezzini spiega quale è al momento il lavoro della Regione per contrastare il virus: “Oltre ai tamponi, il lavoro che stiamo portando avanti riguarda tutta la filiera della lotta al Covid, a monte e a valle dell’eventuale ricovero ospedaliero – elenca Bezzini – Sul tracciamento, dopo la crisi registrata a fine ottobre quando era sceso sotto il 40% a causa dell’esplosione dei contagi, grazie all’attivazione delle tre grandi centrali (ordinanza 96 del 24 ottobre) si sta recuperando in modo significativo: siamo oggi sopra al 70% a livello regionale. Per quanto riguarda le Usca siamo passati da 60 a 120 unità in due settimane, in pratica sono raddoppiate, e cresceranno ulteriormente nei prossimi giorni. Sul versante degli “alberghi sanitari” sono attualmente attive 33 strutture con oltre 1000 camere in totale, comprese diverse esperienze di “alberghi assistiti” con un’Usca dedicata e stabile (un nuovo modello che abbiamo attivato e che sta funzionando). Relativamente alla riorganizzazione ospedaliera, è in funzione per ogni area vasta la centrale di coordinamento delle aziende ospedaliere e territoriali (istituita sempre dall’ordinanza 96), che si occupa dei posti letto ordinari e di terapia intensiva in relazione alle esigenze di ricovero determinate dal contagio, dell’apertura di altre bolle Covid se necessario, nonché dell’aumento dei posti di cure intermedie, importanti per alleggerire la pressione sugli ospedali, favorire la dismissione e quindi liberare posti letto per chi ne ha più bisogno. In relazione all’andamento delle ospedalizzazioni (ricoveri ordinari + T.I.) abbiamo anche registrato un lieve appiattimento della curva negli ultimi giorni, da martedì ad oggi, anche se è bene attendere che si confermi la tendenza. A tutto ciò si aggiunge il reperimento, portato avanti con la Protezione Civile, di nuove strutture da aprire in caso di necessità”.

Il punto sul fronte personale sanitario: “Sul tema il presidente Giani ha firmato ieri l’ordinanza – spiega – alla quale abbiamo lavorato nei giorni scorsi, per consentire assunzioni rapide e snellire le procedure. Al tempo stesso, le Università stanno accelerando la chiusura dei percorsi formativi per consentire la messa a disposizione di nuovi infermieri. Infine, nei prossimi giorni lavoreremo per dare seguito agli accordi sottoscritti con i medici di medicina generale e i pediatri di famiglia per dare la possibilità anche a loro di effettuare tamponi rapidi antigenici. La strategia è quindi articolata, in cui ogni tassello contribuisce all’obiettivo finale, e stiamo vedendo i primi risultati dell’azione intensa che abbiamo intrapreso. Ironia della sorte, sempre ieri, nella stessa giornata in cui siamo diventati “area rossa”, in due autorevoli contesti nazionali la Toscana veniva indicata come modello da seguire per quanto riguarda gli alberghi sanitari e l’azione di recupero in corso sul tracciamento attraverso il nuovo modello delle tre centrali. Detto ciò, ora non c’è tempo né per i dubbi, né per le esitazioni: è necessario spezzare le catene del contagio e piegare la curva verso il basso, senza se e senza ma. Comunque la si pensi, siamo in “area rossa”: sfruttiamo al massimo le prossime settimane per uscirne prima, meglio e ripartire gradualmente in condizioni di massima sicurezza, senza lasciare indietro nessuno”.

Il supporto alle categorie più colpite: “È indispensabile che siano garantiti ristoro, sostegno e prospettive a chi sta attraversando un momento di difficoltà, spesso drammatico, a causa delle restrizioni. Superare l’emergenza sanitaria è necessario per superare la crisi socio-economica che ha portato con sé, mettere in contrapposizione le due sfere è un errore. Istituzioni e cittadinanza devono stare dalla stessa parte, solo alleate possono vincere questa sfida. Gran parte della partita si gioca nella vita di tutti i giorni e dipende da ognuno di noi: mascherina, igiene delle mani, distanziamento e aerazione dei locali sono le regole basilari per tagliare i ponti al virus. L’obiettivo è uscire presto dalla fascia rossa, rispettando le norme, lavorando sodo e facendo squadra. Un’ultima cosa: non perdiamo mai l’umanità. Voglio quindi rivolgere un pensiero speciale a chi sta vivendo la sofferenza della malattia e a chi, a distanza, sta conoscendo il dolore della perdita di un proprio caro”.



Articoli correlati