BuyFood, +8% per le produzioni certificate. Remaschi: "La strada è aperta, mantenere alto il livello qualitativo"

Di Redazione | 7 Giugno 2019 alle 15:47

BuyFood, +8% per le produzioni certificate. Remaschi: "La strada è aperta, mantenere alto il livello qualitativo"

I dati della ricerca Ismea presentati nel corso della prima edizione del BuyFood Toscana a Siena dipingono un settore economico in sviluppo

La filiera agroalimentare Dop, Igp e Agriqualità in Toscana nel 2018 è cresciuta dell’8% rispetto all’anno precedente.

“Questi dati dimostrano – spiega Remaschi – l’attenzione dei consumatori per le produzioni toscane di qualità ed in particolare per le produzioni biologiche, che hanno come valore aggiunto un maggior rispetto per l’ambiente e per la salubrità. La strada è aperta, ora sta a noi continuare a a mantenere alto il livello qualitativo, rispettare i disciplinari, puntare sulla tracciabilità e in alcuni reparti puntare anche ad accrescere la quantità della materia prima, perché talvolta le produzioni sono ‘di nicchia’ e nonostante ci sia interesse da parte dei mercati, scarseggiano i prodotti”.

“Iniziative come BuyFood Toscana – ha concluso l’assessore – servono anche a far dialogare tra loro le realtà produttive e aiutarle a trovare insieme soluzioni che diano respiro ancora maggiore a questo settore”.

I dati

La Toscana è la nona regione d’Italia per valore prodotto nell’ambito dell’agroalimentare a indicazione geografica: 111 milioni di euro, escludendo il comparto del settore panetteria e pasticceria, che potrebbe portare il totale a 130 milioni di euro (stime Idonea per BuyFood).

Complessivamente il settore agroalimentare toscano genera un valore aggiunto di 3,5 miliardi di euro, pari al 6% del totale nazionale, impiegando circa 74mila occupati, pari al 4,4% del totale della regione. Di questi, circa 13.390 persone lavorano nella filiera dei prodotti certificati. I due comparti della filiera a indicazione geografica certificata in cui il ruolo della Toscana è più rilevante a livello nazionale, escluso l’universo del vino, sono l’olio (18 milioni di euro, 11mila produttori, 68mila ettari coltivati) e le carni fresche (12,4 milioni di euro, 722 allevamenti, 5.650 capi bovini, 11.700 capi ovini e poco meno di 8.000 capi suini).

Anche nel settore dei prodotti derivati dalla lavorazione della carne – come i salumi – la Toscana (50 milioni di euro) trova un suo rilevante collocamento, posizionandosi al 5° posto in Italia, dietro alle regioni del Nord. Con 715 allevamenti dedicati, il comparto dei formaggi Dop genera un valore di 30 milioni di euro, collocando la Toscana all’8° posto della graduatoria. Il settore dei prodotti ortofrutticoli e cerealicoli, che coinvolge comunque 283 aziende estese per una superficie di 1.060 ettari esclusivamente dedicati a prodotti Dop e Igp.

Il settore panetteria e pasticceria, che dà origine a vere e proprie icone del gusto quali i Cantuccini Toscani, il Pane Toscano, i Ricciarelli di Siena e il Panforte di Siena, che rendono la regione protagonista nel Paese e all’estero: 85 i produttori coinvolti e 1.400 gli ettari di superficie agricola per la produzione delle materie prime. L’export regionale riferito all’agroalimentare a indicazione geografica genera un valore di circa 50 milioni di euro ed è estremamente caratterizzato: oltre il 45% del valore esportato dalla Toscana in ambito di IG del food, è coperto dall’olio Toscano, quota che sale al 50% circa se si aggiunge l’export dell’olio Chianti Classico Dop.

Un ulteriore 45% circa è costituito dai prodotti legati alla zootecnia, primo fra tutti il Prosciutto Toscano, seguito da Pecorino Toscano e Finocchiona.

Elena Pianigiani



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