Caso David Rossi: causa civile vedova-banca Mps, giudice no a richiesta di risarcimento

Si invocava la responsabilità della banca nel mancato soccorso nei confronti dell'ex capo della Comunicazione di Mps, Legale famiglia: "Sentenza illogica", Antonella Tognazzi: "Battuta d'arresto ma andiamo avanti per la verità"

Di Redazione | 20 Ottobre 2022 alle 16:30

Caso David Rossi: causa civile vedova-banca Mps, giudice no a richiesta di risarcimento

E’ stata rigettata la richiesta di risarcimento avanzata dalla vedova di David Rossi, Antonella Tognazzi, tramite i suoi legali, nella causa civile intentata per la prima volta nei mesi scorsi contro Mps davanti al giudice del lavoro di Siena invocando una responsabilità della banca nel mancato soccorso nei confronti dell’ex capo della Comunicazione di Mps, morto dopo essere precipitato da una finestra di Palazzo Salimbeni il 6 marzo 2013. “Siamo partiti dalla relazione del medico legale Cristina Cattaneo e da quanto emerso sulla possibilità di salvare David Rossi dopo la caduta. La causa davanti al giudice del lavoro partiva dal presupposto che, indipendentemente dalle cause della caduta, se i soccorsi fossero stati attivati in tempo David si sarebbe potuto salvare”, spiega all’Adnkronos l’avvocato Alessandro Frangiamore.

La difesa di Antonella Tognazzi contestava alla banca il fatto che “le telecamere filmavano vicolo di Monte Pio (dove fu rinvenuto a terra il corpo dell’ex manager ndr) e i monitor lo riprendevano dunque se il custode avesse chiamato tempestivamente i soccorsi David Rossi sarebbe rimasto in vita – spiega il legale Frangiamore – ma il giudice ha rigettato il ricorso ritenendo che la banca non avesse l’obbligo di usare le telecamere e che neppure ci fosse l’obbligo del dipendente di controllarle tanto più che quanto accaduto a Rossi è stato un fatto imprevedibile”.

Il giudice, riferisce l’avvocato, ha respinto anche quanto contestato dalla difesa sulla tardività nel chiamare i soccorsi. “Secondo il giudice – spiega Frangiamore – la banca non risponde per i suoi dipendenti e, in ogni caso, quando si sono accorti di Rossi, era ormai troppo tardi. Noi non siamo d’accordo perché è vero che nelle relazioni si parla di un’agonia di 22 minuti, ma nessuno hai mai accertato quando David Rossi ha smesso di respirare”. “Le sentenze non si criticano ma si appellano – conclude l’avvocato Frangiamore – Ritengo la sentenza illogica e quindi meritevole di un appello”.

Anche se delusa non si arrende Antonella Tognazzi: “Io per anni non ho mai voluto fare la causa civile perché il risarcimento era qualcosa di incalcolabile, ma poi mi sono convinta: ho capito che poteva servire per David, per continuare questa battaglia con avvocati e periti”.

“Il giudice ha deciso di non tenere conto delle evidenze che abbiamo portato – continua la vedova di David Rossi – Sicuramente si tratta di un’altra battuta di arresto ma noi non ci fermeremo”. “Come sempre il nostro obiettivo era arrivare a capire cosa è successo e questa causa metteva la banca di fronte alle sue responsabilità”, continua Antonella sottolineando che tuttavia la richiesta della famiglia è stata rigettata: “E’ andata così, ma la nostra battaglia per la verità continua”.



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