Caso Rossi e festini, Selvaggia Lucarelli è critica: "Fonti anonime non affidabili"

Di Redazione | 18 Aprile 2018 alle 14:24

Caso Rossi e festini, Selvaggia Lucarelli è critica: "Fonti anonime non affidabili"

La nota blogger e giornalista non crede alla consistenza delle piste emerse e intervista Monteleone delle Iene che difende però il lavoro svolto

La giornalista Selvaggia Lucarelli ha affrontato la questione David Rossi e festini mettendo in discussione le verità fatte emergere da le Iene. Sia con un’intervista ad Antonino Monteleone su Libero, dove la Iena difende il suo lavoro e le modalità con cui le ha svolte e dove comunque sostiene di non essere convinto al 100% della tesi omicidiaria, sia sul Fatto Quotidiano, con tesi che riprende in un lungo post su Facebook:

“Mi soffermo sulla totale inaffidabilità di almeno un paio di fonti anonime (o che anonime volevano essere, ma sono state mandate in onda a tradimento) de Le Iene nella loro inchiesta sulla morte di David Rossi/ filone festini a luci rosse. Una che è una nota hater con varie denunce per diffamazione da parte- anche- di amici di David Rossi e licenziata dal comune perché andava al mare anziché a lavorare, l’altro (l’ex sindaco Piccini) che a loro dice una cosa, ma sul suo libro del 2014 scriveva l’esatto contrario: Come è noto, da qualche settimana “Le Iene” hanno aggiunto un nuovo tassello alla loro lunga inchiesta sulla morte di David Rossi firmata dal giornalista Antonino Monteleone: quello dei festini a luci rosse”

“Ci sono però, giornalisticamente parlando, vari problemi: le fonti sono tutte anonime e non viene fatto alcun nome quindi al momento ci sono degli anonimi che accusano dei potenti anonimi di fare festini con coca e sesso in anonime ville nel senese. L’ex sindaco Pierluigi Piccini è l’unica fonte che si è svelata, ma a sua insaputa, nel senso che è stato ripreso di nascosto da Le iene mentre raccontava a Monteleone la storia dei presunti festini suggerendo dunque una pista così clamorosa che potrebbe, a suo dire, svelare il movente di tanti errori nelle indagini. (il movente, per intenderci, dovrebbe essere “io procuratore non indago su di te perché io e te facevamo festini insieme”)

Ora, per carità, la tesi è suggestiva, ma decidere di sposarla in tv- considerato poi che i magistrati a Siena sono una manciata- richiede una base solida. Non dico prove ma almeno delle fonti solide. E qui Le Iene si avventurano in un torbido universo di Bunga Bunga senesi con presunti ex ministri, magistrati, preti e imprenditori. Da dove arriva questa certezza? Da Piccini, appunto, che ha detto a Le Iene “che un avvocato romano gli ha detto che tutta Siena dice che”. Appena un po’ vago, insomma.
Piccini afferma poi: “David fa un errore storico, dice che sarebbe andato dai magistrati”. Monteleone lo incalza: “Non può essere che non abbia retto alle pressioni, che sia rimasto solo dopo essere stato sulla cresta dell’onda?”. “Cazzate, David è uno che ha gestito 50 milioni, aveva le porte aperte dappertutto. Io ho saputo un quarto d’ora dopo che era morto, conoscendolo ho detto subito non è possibile che si sia ucciso, Siena tutta è convinta che non si sia suicidato. Uno che si mangia il mondo ha paura di una perquisizione? Troppe cose non tornano (…)”.

“Poi parla dei festini. Il problema è che nel 2014 Piccini ha scritto un libro “Siena. Mps, la politica, il potere forte, i personaggi” in cui sostiene l’esatto contrario: “Dirò una cosa forte ma della quale sono convinto in virtù del rapporto che mi legava a Davide: fu l’ingresso in banca che segnò la sua disgrazia. Era diventato la scatola nera di Mussari. (…) Con Mussari indagato, la paura di perdere il posto, davanti alla perquisizione che subì, Rossi che era un animo sensibile non resse il peso della situazione. Credo sia questa serie di eventi che lo portarono a suicidarsi.”. Fortuna che, come dice Monteleone, “Piccini è l’unico che a Siena ha detto quello che pensa veramente”. Sì, a giorni alterni però. E questa è l’attendibilità dell’uomo da cui parte il filone festini.”

“Poi c’è un’altra fonte, ovvero l’escort in cura da uno psicologo che dichiara di ricordare nomi e volti di clienti suoi e di altri. Dopo anni e anni lui guarda le foto che gli mostra l’inviato come figurine Panini e dice ce l’ho, mi manca, ce l’ho”. Chi siano, non si sa, però già che ci siamo qualche nome di battesimo tipo Nicola o Giulio diciamolo così magistrati e politici che hanno la sfiga di chiamarsi così intanto sono sospettati di fare Bunga Bunga.”

“Infine, l’apice dell’attendibilità della fonte. Una tizia incappucciata che Monteleone incontra in una macchina dice che “il depravato reclutava prostitute per questi soggetti e facevano feste con droga, una giornalista mi ha confermato questi troiai con i magistrati!”. “Lo so perché ho vissuto nelle retrovie della città come dipendente nel comune, David è stato ammazzato perché nei suoi colloqui coi magistrati sarebbero emersi fatti scabrosi….”.

“Ora. A parte che non si capisce perché Rossi che nessuno ha mai detto aver visto ai festini avrebbe dovuto parlare di festini, Monteleone chiude i CINQUE minuti di intervista all’incappucciata così: “Quello che avete sentito è estremamente grave, non vogliamo e non riusciamo a crederci ma di segnalazioni simili ce ne sono arrivate a decine!”. Quindi manda in onda 5 minuti di dichiarazioni a cui non crede. Vabbè. Almeno tra le tante mail avrà scelto per la fonte più attendibile, uno pensa.
E invece da una mia indagine viene fuori che l’incappucciata è un’ex vigilessa licenziata perché assente 800 giorni dal lavoro, nota hater con vari profili fb bloccati e finita sui giornali perché augurò la morte alle figlie di Alessandra Moretti, nonché una con varie denunce per diffamazione. Tra quelli che l’hanno denunciata, un caro amico di David Rossi intervistato da Le Iene. Guarda caso”

“Morale: Piccini ha querelato Le Iene. I magistrati hanno querelato Piccini e Monteleone. E se Monteleone vuole ridare un qualche spessore giornalistico al tutto- in un contesto già così fumoso- farebbe bene a controllare meglio l’attendibilità delle fonti perché qui, tra assenza di prove, nessun nesso certo con il caso Rossi, persone che cambiano idea e gente col vizietto di spararla grossa, il grande filone dei festini rischia di diventare un altro suicidio: quello di un’inchiesta televisiva”.



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