Centro Antiviolenza di Siena costretto a rinunciare a finanziamento "per colpa delle istituzioni"

Di Redazione | 6 Ottobre 2017 alle 12:32

Centro Antiviolenza di Siena costretto a rinunciare a finanziamento "per colpa delle istituzioni"

Mancato sostegno delle istituzioni al progetto che avrebbe portato 180mila euro di contributo

L’avvocato di Donna Chiama Donna, Claudia Bini, invia una lettera-denuncia su quanto avvenuto nei confronti del centro Antiviolenza di Siena.

“Leggiamo con piacere sui social che il progetto CAV Donne Insieme Valdelsa è stato ripescato e quindi per fortuna usufruirà del finanziamento ministeriale previsto dal bando volto al potenziamento delle case rifugio e al contrasto della violenza degli uomini contro le donne.

Nel complimentarci con le colleghe operatrici, non possiamo evitare un amaro confronto con la realtà di Siena.

Il CAV di Siena, Donna Chiama Donna ONLUS, ha partecipato al medesimo bando con l’associazione di secondo livello Aurore ed i CAV Amica Donna Valdichiana e Donne Amiata-Valdorcia, presentando un progetto che aveva analoghe finalità: potenziamento della casa rifugio già presente sul nostro territorio e attività inerenti.

Il progetto, realizzato dalle associazioni con proprie risorse e senza alcun aiuto istituzionale, si è classificato al 33esimo posto su scala nazionale, aggiudicandosi un finanziamento di euro 180mila. Il risultato raggiunto – su scala nazionale – dimostra da solo l’eccellenza del progetto.

La mancanza di adeguato sostegno istituzionale, ha dolorosamento costretto i CAV associati ad Aurore a rinunciare a tale finanziamento, necessario alle proprie attività. Infatti l’Amministrazione Provinciale ed il Comune di Siena non hanno accettato né di essere capofila del progetto, né di procurare alla associazione Aurore la necessaria garanzia fideiussoria.

Di conseguenza, il territorio Senese, Valdichiana e Amiata-Valdorcia ha perduto ben 180mila euro per azioni su un tema importante come la lotta alla violenza di genere sulle donne.

E questo lascia davvero tanta amarezza, soprattutto a chi lavora quotidianamente e come volontaria, con passione e competenza, per combattere questo crimine orrendo e, ancora di più a tutte le donne che avrebbero potuto usufruire della casa rifugio.

Fortunatamente, il progetto del CAV Donne Insieme Valdelsa è stato ripescato e la provincia di Siena avrà comunque un finanziamento. Ma è evidente che, se la Valdelsa ha saputo muoversi compatta ed attivarsi in ogni modo, come sottolinea l’assessore Susanna Salvadori, la zona Senese, – che pure non perde occasione per dichiararsi contro la violenza – non è riuscita a fare altrettanto.

Speriamo nel futuro di non dover più scrivere lettere del genere, che sono più tristi per noi che per chi le leggerà”.



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