Chat dell'orrore, la psicologa Fineschi: "Adolescenti separati dalla vita reale con la tecnologia, si sentono più forti"

Di Redazione | 17 Ottobre 2019 alle 19:31

Chat dell'orrore, la psicologa Fineschi: "Adolescenti separati dalla vita reale con la tecnologia, si sentono più forti"

Continua intanto il lavoro di indagine delle forze dell’ordine

Continua il lavoro di indagine delle forze dell’ordine sul caso della chat dell’orrore di Whatsapp, “The Shoah party”, che coinvolge numerosi giovanissimi di Siena e di tutta Italia tra immagini pedopornografiche, di violenza e antisemitismo. Il gruppo è stato chiuso, e ora sono chiare le responsabilità dei 25 indagati, 19 minorenni e 6 maggiorenni. Risultano indagati tutti coloro che hanno postato qualcosa nel gruppo, mentre a chi ha solamente visto senza postare niente non ci saranno contestazioni. Il problema che si stanno ponendo ora gli inquirenti riguarda il risalire tramite l’hard disk a dove i partecipanti della chat hanno potuto trovare tali contenuti, dal momento che non sono cose che si trovano comunemente su internet, ma questo è un lavoro che richiederà alcuni mesi. A commentare i fatti, sotto il profilo psicologico, è la psicoterapeuta Carla Fineschi, ai microfoni di Siena Tv:

“C’è una difficoltà da parte degli adolescenti – spiega – a entrare nelle emozioni e a capirne le conseguenze, la rabbia è prevalente con soggetti reputati fragili. C’è difficoltà a entrare in empatia con gli altri, a cercare il confronto diretto, tramite i mezzi tecnologici, internet, smartphone, molti ragazzi si sentono più forti, sono strumenti che li separano dalla vita reale. Bene che una madre si sia allarmata denunciando il tutto alle istituzioni, e non sia stata protettiva”.



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