Cisl Siena lancia l’allarme per i settori del turismo e del termale della Provincia

Emanuela Anichini segretario generale Cisl di Siena: “siamo lontani dalla ripresa”. Marco Brogi Fisascat Cisl Siena: “Turismo e termalismo sono al palo. Occorrono politiche territoriali e regionali per rilanciare i settori e salvaguardare l’occupazione”

Di Redazione | 21 Luglio 2020 alle 14:42

Cisl Siena lancia l’allarme per i settori del turismo e del termale della Provincia

La Cisl Siena lancia l’allarme per i settori più coinvolti dalla crisi innescata dal Covid 19: turismo e termalismo.

“Dopo la prima fase di completa chiusura di tutte le attività turistiche e termali – commenta Emanuela Anichini segretario generale Cisl di Siena – abbiamo visto alcune riaperture graduali ma siamo molto lontani da una ripresa vera e propria di entrambi i settori. Purtroppo la paura di eventuali contagi governa la domanda del turismo”.

“Turismo e termalismo nella provincia di Siena sono al palo – prosegue Marco Brogi, segretario della categoria Fisascat Cisl che rappresenta i due settori -. Occorrono politiche territoriali e regionali per un rilancio che salvaguardi l’occupazione. Le OO.SS di categoria hanno provveduto a fare la loro parte Abbiamo firmato protocolli territoriali ed aziendali anti-covid 19, abbiamo promosso le riassunzioni degli stagionali, sollecitato il pagamento delle Casse Integrazioni e deliberato aiuti per tramite dell’Ente Bilaterale Turismo Toscana. Ora è necessario che tutte le istituzioni tutelino i lavoratori e cittadini assieme al mantenimento del substrato imprenditoriale della provincia di Siena. Non ci possiamo permettere che alcuni alberghi o alcuni stabilimenti termali della provincia (come Petriolo) non riaprano. Occorre una massiccia risposta mediatica per il turismo toscano non solo balneare ma anche per tutte le città d’arte, fra cui Siena e le città della provincia da San Gimignano a Montepulciano e passando dalla Val d’Orcia”

Per Cisl Siena è necessario che facciano la propria parte: dai lavoratori, alle aziende, fino alle istituzioni. I due settori occupano più del 20% del Pil nazionale ed in Toscana una fetta importante del “pil interno”.

Non ci possiamo permettere alcuna inerzia dalla Regione Toscana e dai Comuni del territorio, di fronte alle iniziative importanti intraprese da altre regioni, anche limitrofe.

 

 



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