De Mossi e Giovannini rispondono all'assessore alla sanità del Comune di Arezzo Lucia Tanti

Il sindaco e il dg dell'Aou Senese replicano all'assessore alle politiche sanitarie del Comune di Arezzo Lucia Tanti, che ha parlato di incapacità sanitaria della città di Siena

Di Redazione | 10 Maggio 2020 alle 20:05

De Mossi e Giovannini rispondono all'assessore alla sanità del Comune di Arezzo Lucia Tanti

“Le affermazioni dell’assessore Lucia Tanti in merito all’incapacità sanitaria dimostrata dalla città di Siena ci lascia stupiti, per non dire sbigottiti. Utilizzare un argomento serio e, per taluni versi doloroso, qual è la pandemia da covid-19 al mero scopo di acquisire consenso elettorale, infatti, ferisce la sanità cittadina e, in particolar modo, tutti i professionisti delle Scotte che, da subito, si sono predisposti ad affrontare questa battaglia, per il bene dei cittadini del territorio comunale e non solo, in sinergia con l’Amministrazione Comunale.

Mal si comprende, dunque, quanto affermato, alla luce di quanto fatto dalla Direzione Aziendale dell’Azienda Ospedaliera. L’AOUS in merito alla situazione di emergenza pandemica COVID-19 ha risposto tempestivamente alle esigenze sanitarie che progressivamente si sono manifestate, spesso anticipandole.

Da fine Gennaio 2020 è stata istituita una Task Force aziendale che nei suoi incontri quotidiani ha definito, sviluppato e monitorato iniziative di miglioramento alla luce dell’evoluzione del quadro epidemiologico internazionale e nazionale.

Nella prima metà di Febbraio 2020 sono stati realizzati interventi organizzativi e strutturali in Pronto Soccorso al fine di limitare il più possibile l’esposizione potenziale al virus di operatori sanitari ed utenti. Sono stati così definiti nuovi percorsi differenziati per pazienti sospetti e/o infetti in auto-presentazione o trasportati dal 118.

Per tutti i pazienti in autopresentazione, davanti all’ingresso del Pronto Soccorso è stato allestito un box con attivazione, a partire dal 12 Febbraio 2020, di un’area di pre-triage, con struttura ad hoc e personale addestrato, dedicato, per consentire, prima dell’ingresso nella hall del Pronto Soccorso, un primo colloquio al fine di indirizzare il paziente nel percorso corretto sulla base di dati clinici e anamnestici.

Dal 12 al 29 Febbraio sono passati al pre-triage 1833 pazienti di cui 22 inviati al percorso COVID, dal 1 al 31 Marzo 2020 il pre-triage ha valutato 975 pazienti di cui 69 avviati al percorso COVID. Nel mese di Aprile, invece, 1068 pazienti sono arrivati in autopresentazione al pre-triage e 65 sono stati avviati al percorso COVID in aggiunta ai 55 pazienti trasportati dal 118. Per i pazienti trasportati dal 118, è stata attivata un’area di pre-triage dedicata.

Per i pazienti inviati al percorso COVID è prevista l’attesa dell’esito del tampone in aree di isolamento individuate ed allestite in Pronto Soccorso; in caso di positività il ricovero era inizialmente previsto nella UOC Malattie Infettive e Tropicali oppure nella UOC Anestesia e Rianimazione DEA e dei trapianti in base alla gravità delle condizioni cliniche seguendo specifici percorsi. Parallelamente è stato previsto un pre-triage per il paziente pediatrico e della donna in gravidanza con l’identificazione di un’area di degenza nel lotto 4 all’interno del percorso materno-infantile.

Per garantire una adeguata programmazione di tutte le procedure necessarie al percorso clinico-assistenziale del paziente è stato istituito il COVID-19 Team che, attraverso la collaborazione di varie figure professionali (specialista in malattie infettive, specialista in medicina interna con esperienza di PS, specialista in pneumologia, specialista in anestesia e rianimazione, specialista in radiodiagnostica per immagini, specialista in medicina interna, specialista in microbiologia, specialista in cardiologia, specialista in igiene e medicina preventiva), discute quotidianamente i casi per i quali è stato attivato il percorso COVID.

A partire da Marzo 2020 il lotto DEA è stato destinato ad accogliere tutti i pazienti COVID prevedendo un modello organizzativo modulabile e flessibile con un’estensione progressiva della “bolla” di contenimento (termine adottato in primis dall’AOUS senese) fino ad un numero complessivo di 95 posti letto attivabili in base alle esigenze sanitarie della popolazione. La “bolla” prevede un’articolazione in aree a diversa intensità di cura con un’area ad alta intensità assistenziale, un’area a media intensità assistenziale ed un’area medico-chirurgica dotate delle necessarie strumentazioni tecnologiche per una presa in carico appropriata del paziente. L’area ad alta intensità prevede 16 posti letto con la possibilità di attivazione di ulteriori 12 posti letto riconvertiti dall’area a media intensità, sulla base dell’andamento epidemiologico in linea con le indicazioni regionali, che prevedeva un massimo di 30 intensivi per l’AOUS. Le sale operatorie del lotto DEA sono state dedicate ai pazienti chirurgici COVID-19. All’interno della “bolla” opera la COVID Unit che aggrega competenze specifiche (anestesisti, pneumologi, cardiologi, internisti, reumatologi, infettivologi) necessarie per l’assistenza dei pazienti COVID e la gestione integrata della malattia.

A partire dal primo ricovero COVID il 27 Febbraio 2020, l’AOUS ha preso in carico un numero progressivamente crescente di pazienti provenienti prevalentemente da tutta la provincia senese per un totale di 73 pazienti con età media superiore a 65 anni. Dal 22 Marzo 2020 sono stati ricoverati i primi pazienti nella “bolla” COVID. Tra fine Marzo e inizio Aprile 2020 si è verificato il picco di presenze con una media giornaliera di 45 pazienti nelle diverse aree ad intensità di cura.

La “bolla” creata all’interno del lotto DEA non esaurirà la sua funzione con la risposta all’emergenza sanitaria COVID ma rimarrà un patrimonio dell’ospedale per la gestione di problematiche cliniche di natura infettiva di futuri sciami virali. Smentire le dichiarazioni della Dr.ssa Tanti risulta, quindi, estremamente semplice ma resta la gravità delle sue parole. La necessità di un chiarimento è d’obbligo, soprattutto qualora l’assessore pensi, in futuro, di intrattenere relazioni con la città di Siena”.



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