La Regione Toscana prevede di dimezzare i fondi da destinare alle borse di studio nel 2023 e di azzerarli nel 2024. La promessa è che questi finanziamenti verranno sostituiti da “fondi statali ed europei”, come hanno dichiarato il Presidente della Regione Giani e l’Assessora all’Istruzione Nardini. Si tratta però di voci di corridoio: il bilancio non dà certezza né dell’ammontare né della fonte di questi soldi, gettando in stallo l’Azienda del Diritto allo Studio Universitario. Il pericolo è che i servizi, ora erogati direttamente dalla Regione Toscana, verranno esternalizzati, privatizzati e monetizzati. Se anche saranno mantenuti gli stessi standard, è probabile che la gestione degli alloggi e delle mense passi dal pubblico al privato.
“Per lottare contro questa decisione è nato il Comitato regionale IO STUDIO IN TOSCANA, che ha iniziato un ciclo di assemblee a Firenze, Pisa e Siena a partire dal 23 febbraio; dopo i primi incontri, abbiamo deciso di lanciare dei presidi nelle tre città il 10 marzo davanti ai Rettorati – scrive Cravos – pretendiamo che i Rettori e la Rettrice, oltre ai Direttori dei principali Istituti di formazione toscani, prendano posizione contro questo taglio e che offrano soluzioni concrete per salvaguardare il modello di welfare toscano, lacunoso ma pur sempre il migliore in Italia”.
“Come studenti e studentesse, prenderemo parte con la nostra campagna anche alla mobilitazione del 26 marzo – lanciata da Insorgiamo con i lavoratori GKN- in cui avremo un nostro spezzone tramite cui portare le nostre rivendicazioni in piazza – conclude Cravos – La partecipazione attiva è fondamentale per la riuscita di questa protesta: informati, partecipa e parlane con le persone intorno a te”.