Parlare di droga non è mai semplice, come non è semplice spiegare ai giovani i rischi che si nascondono dietro la dipendenza. Ma è proprio da qui che passa la vera prevenzione. Per questo Enrico Comi, scrittore, divulgatore ed ex tossicodipendente, è tornato a Siena per incontrare gli studenti dell’Istituto Caselli e dell’Istituto Marconi, proseguendo un percorso di confronto diretto e autentico con i ragazzi.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della campagna informativa “StupeFatto”, ideata dallo stesso Comi per sensibilizzare gli adolescenti sul tema dell’abuso di sostanze stupefacenti. Un incontro che non parla di droga con lo sguardo dello stigma o della condanna, ma attraverso l’esperienza, l’empatia e la condivisione.
“In realtà non è cambiato molto negli anni – spiega Comi – bisogna fare veramente tanta prevenzione, come chiedono anche molti politici italiani, ma bisogna farla davvero, e soprattutto saperla fare. La prevenzione non è qualcosa che si improvvisa, è molto delicata”.
Ai ragazzi Comi ha rivolto un appello diretto, senza filtri:
“Svegliatevi. Non credete a chi vi dice che ‘smetto quando voglio’ o ‘non fa male’. Guardatevi intorno: chi entra in quel mondo finisce spesso per non uscirne più. Guardate i ragazzi più grandi, quelli di 18, 20, 22 anni che sono messi male: non erano diversi da voi quando avevano 15 anni. È un percorso da cui, una volta iniziato, è difficile tornare indietro”.
Ma non solo studenti: Comi ha voluto lanciare anche un messaggio a genitori, insegnanti ed educatori, ricordando che la prevenzione è una responsabilità condivisa.
“Sul mio sito, www.enricocomi.com, si può scaricare gratuitamente il mio manuale sulle dipendenze, scritto proprio per i genitori. Quando ci si trova davanti a un figlio che vive questo problema, non si sa cosa fare. Ho deciso di regalare questo manuale perché credo che serva a tanti, a chiunque voglia capire e aiutare”.
L’incontro al Caselli e al Marconi è stato un momento di ascolto, di confronto e di coraggio. Un’occasione per ricordare che la lotta alla droga non passa solo per le parole, ma per la consapevolezza, la conoscenza e la vicinanza.
