Bufera sulla draga di Marina per un video: rassicurazioni, disdette e querele
Arriva fino a Siena l’eco della draga di Marina di Grosseto e inonda i social un solo grido “Al mare a Marina non andrò più”.
Il tutto ha inizio da un video spettacolare di due grossetani che si autodefiniscono “Le Iene maremmane” e scoprono, dopo dieci anni che è in funzione e dopo numerosi articoli apparsi negli anni scorsi sui giornali della Maremma, che a Marina esiste una draga che, a loro dire, riversa in mare acqua inquinata.
A Grosseto è tempo di elezioni, peraltro molto combattute, e le estremizzazioni sono all’ordine del giorno.
In primavera la draga riapre l’imboccatura del porto da tutta la sabbia portata dalle mareggiate durante l’inverno. Sabbia che si è unita a ramaglie e giunchi che, con la permanenza in acqua, diventano di colore scuro. E, nei primi giorni di dragaggio, anche l’odore è quello di vegetazione rimasta ferma in acqua per mesi.
Le inchieste effettuate negli anni scorsi fecero sicuramente molto meno clamore di un video divenuto virale, ma erano appoggiate da documenti visionati e da analisi effettuate ed anche ripetute. La draga non è mai piaciuta nemmeno ai balneari, ma non per ragioni di inquinamento (sul quale anche loro hanno effettuato analisi private) bensì per la brutta impressione che dava ai turisti proprio nel momento in cui i villeggianti raggiungono la costa per prenotare le vacanze estive. Insomma un fatto solo visivo. Infatti quando è in funzione, durante l’estate, l’acqua che esce è chiara e non impressiona nessuno.
Le operazioni di dragaggio sono attentamente seguite dalla capitaneria di porto che stabilisce regole e modalità. Il dragaggio è consentito durante tutto l’inverno, con ordinanza che stabilisce la conclusione al 30 aprile. Poi, di solito, la società del porto chiede una deroga per poter proseguire fino all’
Il cattivo odore, secondo gli esperti, è dato solo dal fatto che la sabbia è “stagnante”, ma non per questo inquinante.
Comunque “Le Iene maremmane” hanno ottenuto che carabinieri e Arpat già nella giornata di oggi, 23 aprile, acquisissero altri campioni del materiale che fuoriesce per analizzarlo.
E la società che gestisce il porto ha deciso di sporgere querela nei confronti degli autori del video.