I rider si diffondono anche a Siena, CGIL: "Nuovo caporalato"

Pioggia, vento, freddo: nulla sembra fermare i rider, tranne la possibilità di avere contratti regolamentati. "Si travalica qualsiasi tutela contrattuale" spiega Seggiani (CGIL)

Di Redazione | 2 Febbraio 2021 alle 19:09

Basta un click e la cena è di fronte alla porta: non è un lusso per pochi, il delivery è cresciuto fortemente in tutte le città e adesso anche a Siena si vedono sfrecciare rider in bicicletta. Figure professionali che prima si vedevano raramente e che ora notiamo nonostante pioggia, maltempo e freddo: perché niente ferma i lavoratori con lo zaino termico. Lavoratori essenziali, ma precari, e spesso anche senza contratti di lavoro regolamentati, disposti a lavorare per cifre modeste.

“Quello dei rider è un discorso che non ha mai fino ad oggi trovato una soluzione – spiega il segretario generale della CGIL senese Fabio Seggiani – Quello di rider è partito come un lavoretto estivo per studenti ed è diventato un gigante, è diventato un laboratorio per una nuova frontiera dello sfruttamento, quello che è chiamato caporalato digitale”.

“E’ un fenomeno che oggi coinvolge molta immigrazione – prosegue Seggiani – lavoratori che hanno perso il lavoro e che trovano una via d’uscita per guadagnare qualcosa a fine giornata, è chiaro che lì si accetta qualsiasi cosa, anche una mancanza di formazione preventiva per la sicurezza sui mezzi e sui protocolli sanitari. Si travalica qualsiasi tutela contrattuale, che è quella che noi stiamo chiedendo da tempo sui tavoli nazionali, cioè il riconoscimento dell’applicazione del contratto nazionale delle merci e della logistica dove sono già stati inseriti specifici capitoli rispetto ai rider”.

(Foto: agi.it)



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