Unisi coinvolta nel gruppo internazionale di ricerca sulle basi genetiche del Covid-19

Basi genetiche per il COVID-19: anche l'Università di Siena coinvolta nel gruppo internazionale di ricerca . I primi risultati pubblicati su Science

Di Redazione | 25 Settembre 2020 alle 15:22

Unisi coinvolta nel gruppo internazionale di ricerca sulle basi genetiche del Covid-19

L’Università di Siena, con il gruppo di ricerca coordinato dalla professoressa Alessandra Renieri, docente del dipartimento di Biotecnologie mediche e responsabile della U.O.C. Genetica Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, contribuisce al team internazionale che ha condotto due studi sulle basi genetiche del COVID-19 pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Science.
I ricercatori hanno identificato le prime cause genetiche e immunologiche che spiegano il 15% delle forme gravi di Covid-19. I pazienti, infatti, hanno in comune un difetto nell’attività degli interferoni di tipo I, molecole del sistema immunitario che normalmente hanno una potente attività antivirale. Questa scoperta consentirebbe di sottoporre a screening le persone a rischio di sviluppare una forma grave e di trattare meglio questa tipologia di di pazienti.
Sono i primi risultati del COVID Human Genetic Effort, un progetto internazionale che raggruppa 50 hub di sequenziamento e centinaia di ospedali in tutto il mondo, guidato da Jean-Laurent Casanova (The Rockefeller University, NY, USA e Istitute Imagine/Necker-Enfants malades, Parigi, Francia) e Helen Su (National Institute of Allergy and Infectious Diseases, NIH, USA) , con la partecipazione di ricercatori da tutto il mondo.
“La ricerca, anche grazie alla collaborazione internazionale, si sta muovendo molto velocemente per trovare delle risposte a questa emergenza sanitaria – spiega la professoressa Renieri – Scoprire quali sono le basi genetiche permetterà di sviluppare sistemi diagnostici più efficaci e rapidi e farmaci su misura per ogni paziente, anche nell’ottica di prevenire lo sviluppo di futuri focolai”.
“La nostra università  – aggiunge la professoressa – ha strutture e know how per portare avanti studi genetici approfonditi di livello avanzato: recentemente è stato inaugurato il nuovo sequenziatore genomico NovaSeq6000, acquistato dall’Università di Siena grazie alla sinergia e ai contributi economici del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (grazie al programma dei Dipartimenti di Eccellenza), dell’Aou Senese, dell’Azienda USL Toscana sud est, della Fondazione MPS e della Fondazione Toscana Life Sciences nonché dalla Regione Toscana, nell’ambito anche del Progetto CReMeP, il Centro Regionale di Medicina di Precisione costituito da tutte le parti a fine 2018”. La professoressa Renieri coordina un grande progetto nazionale, denominato GEN-COVID che ha permesso di sequenziare il DNA di oltre 1.000 pazienti afferenti a 35 ospedali italiani e che permetterà di rafforzare le evidenze scientifiche dello studio.



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