Mafia: Dia confisca beni a costruttore tra Palermo e Siena

Posti i sigilli ad aziende, conti correnti e centinaia di immobili tra cui cinque complessi residenziali nella provincia di Siena

Di Redazione | 1 Dicembre 2020 alle 12:20

La Dia di Palermo, su disposizione della Corte di Appello del capoluogo siciliano, ha eseguito un sequestro e una contestuale confisca dell’intero patrimonio di Francesco Zummo,  imprenditore edile, accusato di essere “a disposizione” di Cosa nostra fin dai tempi di Riina e Provenzano per il riciclaggio di denaro nel settore edilizio”, affermano i magistrati.

Sono stati posti i sigilli ad aziende, centinaia di conti correnti e immobili, appartamenti, ville terreni e aziende agricole a Palermo e provincia, e a cinque complessi residenziali nella provincia di Siena, nel comune di Monteroni d’Arbia.

I pm aggiungono: “a partire dalla fine degli anni Sessanta, Zummo, con il consuocero Vincenzo Piazza (ritenuto consigliere della famiglia mafiosa di Palermo-Uditore) e con il defunto socio e suo fedele braccio destro Francesco Civello, fu tra i principali responsabili del sacco di Palermo, ordito da Vito Ciancimino, realizzando un impero edile di circa 2.700 immobili”.

Anni di indagine della Dia palermitana, coordinata dalla Procura della Repubblica e dalla Procura Generale, hanno portato all’arresto ed alla condanna di Zummo con l’iniziale sequestro di un patrimonio a suo tempo stimato in 300 miliardi di lire. Dopo un lungo e complesso iter processuale, un annullamento con rinvio della Corte di Cassazione – chiamata ad esprimersi dal Procuratore Generale di Palermo sul dissequestro e la restituzione del patrimonio nel 2016 – la Corte d’Appello di Palermo ha definito la vicenda, sancendo definitivamente come il patrimonio accumulato fosse il risultato dell’esercizio di una “vera e propria impresa mafiosa”. La Dia di Palermo ha operato in collaborazione con quella di Firenze.



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