Monna Agnese, continua la ricerca di una sede. Viale Sardegna interessa all'Asl

L'immobile, di proprietà della Provincia, sembrava destinato alla scuola, ma si è inserita la Asl. I docenti: "Rimasti con un pugno di mosche, attendiamo un confronto"

Di Redazione | 4 Novembre 2020 alle 18:17

Una storia lunga dieci anni, quella del Monna Agnese, che sembrava potesse vedere il lieto fine entro il 2020, ma ad oggi, con la scuola divisa in 3 sedi, i contorni sono ancora sfumati. Era giugno 2019 quando la comunità dell’istituto, tra insegnanti, studenti e genitori, era scesa in piazza a manifestare per poi trovare un dialogo con il Presidente della Provincia Silvio Franceschelli sulla nuova sede da trovare. Tra i luoghi più papabili c’era lo stabile in Viale Sardegna di proprietà della Provincia.

L’idea sembrava prendere sempre più concretezza col passare del tempo, a tal punto che a febbraio scorso si parlava di avviare un progetto di ristrutturazione dello stabile in vista di trasformarlo in una scuola in circa tre anni; poi però, l’arrivo della pandemia, e con essa tutte le conseguenze che sappiamo, e durante l’estate a farsi avanti è anche un altro possibile acquirente, ovvero l’Asl. Ad oggi ancora non si sa quale strada intraprenderà lo stabile, se diventerà una scuola o un presidio sanitario. Il Presidente della Provincia, intervistato da La Nazione, fa sapere che è ancora tutto in ballo ma si dice fiducioso. A prescindere da come andrà a finire il Monna Agnese avrà una sede, anzi, in caso di vendita all’Asl, quei soldi verrebbero destinati proprio all’edilizia scolastica. Si dovrebbe sapere di più entro la fine dell’anno, con l’approvazione del piano operativo, ma nel frattempo il comitato per il Monna Agnese non nasconde la propria delusione.

“C’era stato promesso Viale Sardegna, ma ora sembra che sia  di interesse di altri enti – commenta Domenica Fiore, docente del Monna Agnese – Cerchiamo un incontro congiunto con Comune e Provincia, ma non c’è verso di averlo. Abbiamo saputo dai mezzi di informazione che l’Asl è interessata e non ci hanno dato un alternativa, quindi noi siamo con un pugno di mosche“.



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