Monteriggioni, presentazione-intervista sul libro "Operazione Buon Governo. Un laboratorio di comunicazione politica nell'Italia del Trecento"

Il 25 agosto, alle ore 18,30, presso Rooms & Wine, in Piazza Dante Alighieri, Osteria Letteraria con protagonista Gabriella Piccinni, intervistata da Maurizio Boldrini

Di Redazione | 21 Agosto 2022 alle 18:00

Monteriggioni, presentazione-intervista sul libro "Operazione Buon Governo. Un laboratorio di comunicazione politica nell'Italia del Trecento"

Per la stagione estiva di Monteriggioni, un evento di rilievo fuori programma. Il 25 agosto, alle ore 18,30, presso Rooms & Wine, in Piazza Dante Alighieri, Osteria Letteraria con protagonista Gabriella Piccinni, intervistata da Maurizio Boldrini, sul suo magnifico libro di recentissima uscita “Operazione Buon Governo. Un laboratorio di comunicazione politica nell’Italia del Trecento”, Einaudi, 2022. Un lavoro concernente la rivisitazione storica, politica e culturale del celebre ciclo di affreschi del Buon Governo, realizzato da Ambrogio Lorenzetti nel 1338 all’interno del Palazzo Pubblico di Siena, mutando i linguaggi della comunicazione politica.

Il ciclo del Buon Governo, dipinto nel 1338 da Ambrogio Lorenzetti nel palazzo del Comune di Siena, è in assoluto una delle opere più celebri dell’arte italiana, da sempre oggetto di attenzione da parte di studiosi del pensiero politico, dell’arte, della società, della letteratura, della moda, delle istituzioni, del diritto. Ma quei 36 metri di pittura, intrecciati con i 62 versi di una Canzone che poteva essere cantata e ballata, innovarono anche il linguaggio della comunicazione politica. All’analisi di questa innovazione, chiamata qui «Operazione Buon Governo», è dedicato questo libro. Essa prese forma dalla volontà di governare con il consenso una società non pacificata e un’economia in trasformazione, mentre il governo dei mercanti, committente dell’opera, chiedeva la fiducia sul suo programma politico, e le leggi del Comune venivano rinnovate in un imponente testo statutario che si richiamava al diritto romano. Gli affreschi si presentano dunque come il prodotto non solo dell’artista ma anche dell’humus culturale della comunità civica e politica di cui Lorenzetti fu erede e protagonista. Con la sua magnifica inventiva, la sua abilità tecnica e una notevolissima perizia retorica, l’artista seppe rappresentare ogni aspetto della tumultuosa realtà sociale dell’epoca, dove i principî, le virtú e i vizi della politica generavano simbolicamente i loro «civili effetti». Come ha affermato Roberto Barzanti nel suo articolo pubblicato su Il Corriere Fiorentino del 12 luglio 2022, «L’ambizioso progetto, che Gabriella Piccinni, professoressa emerita di Storia medievale dell’Ateneo, ha denominato “Operazione Buon Governo. Un laboratorio di comunicazione politica nell’Italia del Trecento” (Einaudi) aveva l’obiettivo di ravvivare il consenso affievolito dall’iniziale 1285 e di essere compreso da tutti». […] «In questa sapiente guida – continua Barzanti – si dispiega un’esperienza che non tralascia alcun dettaglio e colloca quella Siena, quel paesaggio, quell’affaccendarsi per strade e campi, in un variegato contesto comparativo».

“In questo viaggio — confessa l’autrice a Barzanti — ho voluto fare del Buon Governo più che un oggetto di ricerca il mio punto di osservazione. Ho voluto avvicinarmi un po’ al mistero della forza comunicativa del prodigioso affresco”. “Qua e là spuntano nell’appassionante saggio temi molto à la page, che però non sfociano mai in grossolane attualizzazioni – continua Barzanti – Non si esita a definire la rappresentazione propagandata come una “repubblica (con la minuscola!) fondata sul lavoro”, ma si aggiunge subito ch’è da preferire “dei lavoratori” in omaggio alla loro individuale alacrità. E quanto alla centralità della Pace non si manca di far notare che la candida matrona in riposo sta per una contrattata pacificazione e “tiene le armi a portata di mano”. È lecito ipotizzare che all’audace progetto abbia contributo una sorta di laboratorio forte di esperti in molteplici saperi: “Esso si rivela frutto — afferma Gabriella Piccinni — di un’operazione collettiva, nata dall’humus culturale di una comunità di cui l’artista è partecipe e ne esprime con magnifica inventiva aspirazioni e intenti”.



Articoli correlati