Si è svolta questa mattina davanti al Giudice dell’udienza preliminare, dottoressa Elena Pollini, l’udienza relativa a uno dei casi più dolorosi che ha coinvolto il Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena nel 2023. Al centro della vicenda, la morte di un neonato avvenuta pochi giorni dopo il parto, circostanza che ha dato origine a un procedimento penale per omicidio colposo e responsabilità sanitaria nei confronti di diversi operatori del reparto ostetrico e neonatale. La vicenda ha vissuto stamani un passaggio tecnico rilevante. In particolare, la difesa della famiglia, rappresentata dall’avvocato Salvatore Tesoriero del foro di Bologna, ha chiesto che venissero acquisiti gli atti di un procedimento collegato per presunto falso nella redazione della cartella clinica. Secondo la parte offesa, infatti, vi sarebbero discrepanze tra quanto riportato nei documenti ufficiali e la reale dinamica dei fatti, elemento che potrebbe incidere sulla valutazione delle responsabilità.
Il giudice Pollini, pur riconoscendo che potrebbe esistere un collegamento tra i due fascicoli, ha rilevato che al momento, dagli atti depositati, non è possibile valutare in modo completo la reale connessione probatoria tra le vicende. Per questo motivo, ha incaricato la difesa di depositare entro quindici giorni copia integrale del fascicolo relativo al procedimento collegato, rinviando l’udienza per consentire l’eventuale acquisizione della documentazione e la discussione sull’opposizione all’archiviazione richiesta dalla Procura.
Sul piano dell’accertamento tecnico, la posizione degli esperti nominati dalla pubblica accusa — sotto il coordinamento del pm Serena Menicucci — resta ferma: la gestione clinica del parto e le successive manovre di assistenza sarebbero state conformi alle linee guida e alle buone pratiche, senza riscontrare elementi di colpa da parte dei sanitari. Tuttavia, la famiglia, tramite il proprio avvocato, continua a sostenere che la reale successione degli eventi sia diversa rispetto a quanto ricostruito sulla base della cartella clinica, ponendo l’accento sulla necessità di un approfondimento giudiziario anche sul fronte della documentazione: “Abbiamo depositato una denuncia per falso nei confronti dei sanitari che hanno redatto la cartella clinica di interesse, perché riteniamo che il fatto storico sia diverso rispetto a quanto valutato nel procedimento per omicidio colposo”, ha spiegato l’avvocato Tesoriero al termine dell’udienza. “Se i consulenti tecnici devono basarsi su una ricostruzione che non corrisponde a ciò che riteniamo sia accaduto, è difficile arrivare a una valutazione tecnica corretta. A nostro avviso, la dinamica degli eventi non è quella descritta nella cartella clinica e che ci sono responsabilità precise dei sanitari intervenuti nell’immediata fase post-partum”.
La difesa degli operatori sanitari, affidata agli avvocati Enrico e Lorenzo De Martino, Carlo Pini e Jacopo Meini, è pronta a chiarire ogni aspetto tecnico della vicenda.
La prossima udienza è stata fissata per il 10 dicembre e si presenterà come un momento decisivo per la prosecuzione del procedimento: il giudice dovrà valutare se esistano effettivi elementi di collegamento tra i fascicoli e, solo in seguito, accertare se vi siano i presupposti per discutere l’opposizione all’archiviazione o se la vicenda giudiziaria dovrà proseguire su altri binari.
Andrea Bianchi Sugarelli