Palio di Siena, si conclude il processo contro Walter Caporale che chiede scusa alla città e alla Festa

Il presidente degli animalisti era stato querelato da Comune e Consorzio per frasi ingiuriose nei confronti del Palio e dei senesi pronunciate durante una nota trasmissione radiofonica

Di Redazione | 14 Giugno 2025 alle 8:00

Palio di Siena, si conclude il processo contro Walter Caporale che chiede scusa alla città e alla Festa

Si è concluso con una sentenza di non luogo a procedere per remissione di querela il procedimento che ha visto coinvolto Walter Caporale, Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani, accusato di diffamazione dal Comune di Siena e dal Consorzio per la tutela del Palio.

L’azione legale era nata a seguito di un’iperbole espressiva usata da Caporale nel corso della trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24 nel 2021, riferita alla sua posizione critica sul Palio di Siena. Comune e Consorzio si erano ritenuti gravemente offesi da quelle parole, considerate lesive della dignità dei cittadini senesi. Caporale, nel corso della popolare trasmissione radiofonica si lasciò ad andare ad insulti verso la festa senese e i suoi organizzatori, definiti “sadici e incivili” e paragonando i contradaioli ad “assassini, pedofili e stupratori”. Frasi ritenute non tollerabili da Comune di Siena e Consorzio per la tutela del Palio che sporsero appunto querela.

Il processo, iniziato a Siena nel giugno del 2022 si è chiuso ieri. Comune e Consorzio hanno ritirato la querela dopo una sentita lettera di scuse presentata dal presidente degli animalisti, che ha dichiarato: “Desidero esprimere profondo rammarico per il fatto che alcune espressioni utilizzate nel corso di quella intervista siano state percepite come ‘gravemente offensive e lesive dell’onore e della moralità dei cittadini senesi’ rappresentati dal Sindaco e dal Consorzio di tutela del Palio. Non era assolutamente mia intenzione attaccare la dignità personale o collettiva dei soggetti coinvolti né tanto meno dei cittadini senesi. Nel corso dell’intervista, del resto, non ho mai espressamente paragonato e soprattutto, mai paragonerei, i cittadini e i sostenitori del Palio a dei soggetti infami e ignobili come lo sono gli ‘stupratori e i pedofili’. Prendo atto che le parti lese hanno ribadito come i cavalli utilizzati nel corso del Palio siano accuratamente selezionati, seguiti e sottoposti a cure costanti e che le medesime attenzioni vengono garantite anche ai cavalli ‘a fine carriera’. Ed è proprio per questo che ribadisco come l’iperbole espressiva da me utilizzata era volutamente estremizzata per mettere in luce la mia posizione altamente critica relativa all’utilizzo degli animali in contesti rischiosi. Pertanto, pur rimanendo fermo sulle mie posizioni etiche, correggo i toni e presento le mie scuse a chi si è sentito moralmente offeso.”

 



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