Comune di Siena e Consorzio per la Tutela del Palio querelano presidente animalisti italiani

Walter Caporale, durante la trasmissione "La Zanzara” nel luglio 2020, aveva attaccato duramente il Palio e la sua tradizione. Parole ritenute "offensive, sprezzanti, ingiuriose" dai querelanti

Di Redazione | 15 Aprile 2021 alle 15:56

Comune di Siena e Consorzio per la Tutela del Palio querelano presidente animalisti italiani

Comune di Siena e Consorzio per la Tutela del Palio hanno presentato querela nei confronti di Walter Caporale, presidente degli animalisti Italiani, che durante la trasmissione “La Zanzara”, nel luglio 2020, aveva attaccato duramente il Palio e la sua tradizione. Parole ritenute “offensive, sprezzanti, ingiuriose” dai querelanti.

“Il Presidente Caporale voleva soltanto portare avanti la battaglia in difesa dei diritti degli animali – è la difesa degli animalisti – sono stati usati paragoni forti per creare un’iperbole, un riferimento metaforico volutamente alterato sul piano contenutistico per eccesso, non per colpire i senesi o il Comune di Siena, ma per sostenere in generale che un animale, in qualsiasi contesto al di fuori del proprio habitat, se non lasciato in libertà è soggetto, inevitabilmente, a sfruttamento umano”.

“Per noi è motivo di orgoglio essere denunciati da chi non si sente responsabile della morte di decine di cavalli per una obsoleta e anacronistica tradizione che deve essere superata – dichiara Walter Caporale, Presidente Animalisti Italiani – siamo nel Terzo Millennio: le tradizioni devono adeguarsi ai cambiamenti della Società. Abbiamo cancellato tradizioni ben più radicate del Palio di Siena, come la schiavitù, la tortura e la pena di morte. Dove ci sono sofferenza, dolore e morte di esseri viventi non c’è tradizione che tenga.Siena è una città meravigliosa che non ha bisogno del sangue di cavalli morti per essere apprezzata ed amata. A testa alta contro chi vuole preservare ciò che appartiene al passato”.

“Il Sindaco di Siena – conclude il Presidente Walter Caporale – deve però vergognarsi doppiamente, sia perché spende indegnamente i soldi dei cittadini, sia perché non ha mai avuto l’onestà, l’intelligenza e il coraggio di interrompere un Palio nel momento in cui moriva un cavallo. E lui amerebbe i cavalli come un figlio? Lo trovo un paragone indegno oltre che falso e vile: se lo amasse così tanto non festeggerebbe ogni anno le conclusioni di due corse insanguinate ed umilianti!”.



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