Per Siena: "Tensioni Strade Bianche-Aquila, siluramento Tafuro non sia alibi per chiudere la faccenda"

"Precise responsabilità da parte di tutti gli assessori coinvolti (Sport, Turismo, Polizia Municipale) ed anche il sindaco in quanto tutore delle contrade e con delega amministrativa al Palio"

Di Redazione | 15 Settembre 2021 alle 21:05

Per Siena: "Tensioni Strade Bianche-Aquila, siluramento Tafuro non sia alibi per chiudere la faccenda"

Tensioni Strade Bianche-Contrada dell’Aquila, il commento di Per Siena.

“Domenica scorsa l’Amministrazione comunale ha raggiunto il poco invidiabile risultato di costringere il pubblico ed un folto gruppo di ciclisti partecipanti ad una edizione estiva di “Strade bianche” amatoriale, a indirizzare fischi e urla all’indirizzo di una Contrada che stava regolarmente effettuando il tradizionale giro annuale. Non si era mai visto. L’incidente provocato dall’incrocio tra ciclisti e contradaioli non doveva accadere, in virtù degli accordi presi nei giorni precedenti. Accordi che la Nobile Contrada dell’Aquila ha rispettato, ma che, evidentemente, erano basati su tempistiche errate. A tutto questo si aggiunge il disagio sopportato da moltissimi cittadini causato da interruzioni della viabilità periferica, che ne passato non era mai stato così evidente, a cui ha contribuito anche la concomitanza con la partita di calcio. Tutti elementi che, inseriti una città di ridotte dimensioni come Siena, richiedono un’attenta organizzazione ed una specifica conoscenza della città, di cui alcuni assessori sono palesemente carenti. Il siluramento del comandante della Polizia Municipale Cosimo Tafuro che, tra l’altro si trovava in ferie, non può trasformarsi in un alibi per chiudere tutta la faccenda, che ha precise responsabilità da parte di tutti gli assessori coinvolti (Sport, Turismo, Polizia Municipale) ed anche il sindaco in quanto tutore delle contrade e con delega amministrativa al Palio. Occorre ricordare che la nomina di Cosimo Tafuro proveniente da Vercelli per dirigere il Corpo di polizia della città, è stata una forzatura dettata da esigenze politiche che mal si conciliavano con la necessità di conoscere la delicate dinamiche interne alla città. E dunque, come per altre occasioni, il copione è stato lo stesso: una repentina marcia indietro per nascondere ancora una volta errori ed incapacità di governo anche nella gestione ordinaria”.



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