Profughi di San Marco, lettera aperta al sindaco De Mossi: "L'ordinanza anti-bivacco è una risposta inadeguata al problema"

A scrivere al primo cittadino una rete di associazioni e realtà politiche attive sul territorio senese

Di Redazione | 4 Agosto 2022 alle 16:30

Profughi di San Marco, lettera aperta al sindaco De Mossi: "L'ordinanza anti-bivacco è una risposta inadeguata al problema"

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta indirizzata al Sindaco De Mossi e al Comune di Siena firmata da una rete di associazioni e realtà politiche attive sul territorio senese, in merito alla questione dei pakistani che occupano i giardini fuori Porta San Marco e dell’ordinanza emessa in merito dallo stesso sindaco qualche giorno fa. Di seguito il testo integrale della lettera.

“L’ordinanza n°70 ” anti-bivacco” firmata qualche giorno fa dal Sindaco De Mossi non risolverà il problema dei rifugiati Pakistani accampati da tre mesi nel parco giochi di piazzale Biringucci; affrontare il fenomeno della migrazione (che non riguarda soltanto Siena) tentando di “rimuovere” i corpi indesiderati dallo spazio pubblico è anzitutto uno schiaffo alla dignità umana ed una grave violazione delle norme internazionali e costituzionali in materia di accoglienza, ma anche la vana illusione di chi crede di risolvere la questione voltandosi dall’altra parte.

Le ondate migratorie non iniziano certo oggi ma molti decenni fa, e non riguardano soltanto la nostra città; negli ultimi due mesi anche a Trento, Ancona, Trieste, Milano – per citarne alcune – si è verificata la
stessa situazione in cui decine di persone permangono in strada, in attesa di entrare nel sistema di accoglienza.

Infatti quando una persona straniera entra in Italia ed effettua la richiesta di asilo l’amministrazione deve fornire immediatamente le misure di accoglienza a chi ne fa richiesta, secondo quanto stabilito dal Decreto Legge n°142 del 18 Agosto 2015, dall’articolo 10 della nostra Costituzione, dalla Convenzione sui rifugiati dell’ONU… e se la capienza delle strutture non è sufficiente, si debbono attivare misure per ampliarne la capacità o effettuare trasferimenti in altre città.
A Siena sta accadendo che per ovviare alla presunta carenza di posti nelle strutture di accoglienza, si nega ai rifugiati pakistani di avviare l’iter per la richiesta di asilo, quindi di accedere alle strutture di accoglienza, obbligandoli ad attendere da mesi per strada, senza un riparo, ne’ servizi igienici, senza assistenza sanitaria ne’ possibilità di integrarsi; peraltro osserviamo che da mesi queste necessità basilari sono assolte da persone volontarie che forniscono pasti, assistenza infermieristica e legale, e che sarebbe più agevole, efficiente ed economico se si svolgessero nel quadro legale dell’accoglienza gestita dalle istituzioni.

Crediamo che questa ordinanza sia una risposta politica inadeguata, ignorante dei meccanismi delle “catene migratorie” e che sia invece possibile una alternativa che mostri il volto solidale della nostra città; l’attaccamento al territorio dei nostri cittadini va al di là di un “decoro” cosmetico, ed è fatto dei significati profondi che costruiamo insieme nelle contrade e nei parchi pubblici, in cui si palesa talvolta una presenza bisognosa d’aiuto.

Sappiamo per certo che le strutture per l’accoglienza ci sono, sul territorio di Siena e dei comuni limitrofi. Ci sono anche le risorse umane, economiche e professionali; la Prefettura in questi anni ha svolto un egregio lavoro di coordinamento con le istituzioni, gli enti del terzo settore, il mondo del volontariato religioso e laico.
Nella convinzione che la collaborazione tra istituzioni e cittadinanza attiva/terzo settore sia fondamentale per un democratico funzionamento di una società, e che sia possibile articolare una risposta politica migliore alla situazione delle persone accampate fuori Porta San Marco, chiediamo al Comune di Siena, di concerto con la Prefettura, di istituire al più presto un tavolo tecnico di confronto con le associazioni e le realtà locali firmatarie di questa lettera aperta, che da anni svolgono attività di supporto inserite nei fenomeni migratori, e potrebbero pertanto essere di aiuto per:
· individuare le disponibilità di strutture per l’accoglienza, quindi programmare un numero massimo di
persone da poter accogliere;
· capire le reali volontà di queste persone circa la loro permanenza sul territorio senese (per molti di
loro infatti Siena rappresenta solo una tappa intermedia: una volta avviato l’iter legale, intendono stabilirsi
in Europa settentrionale; quindi il sovraffollamento è uno scenario decisamente poco probabile);
· la definizione di progetti di istruzione, formazione ed inserimento lavorativo (stabilite dalle leggi in
materia d’accoglienza) per quei richiedenti asilo che manifestano la volontà di rimanere, tenendo conto
tanto delle necessità dei migranti quanto quelle delle attività produttive presenti sul territorio, in modo da
trasformare una necessità in opportunità di miglioramento.
“Siena ti apre un cuore più grande della porta che stai attraversando”

 

Firmato:

Refugees Welcome Siena, CRAVOS Siena, Non Una Di Meno Siena, Serperegolo, Mutuo Soccorso Sovicille, Arcigay Siena-Movimento Pansessuale, Potere al Popolo Siena, Corte dei Miracoli, KiriKuci, Rifondazione Comunista Siena, Left Siena, Tertium Datur, CorMagis Siena OdV e Privati cittadini tra i quali Filippo Franchi, Michela Vittori, Gaia Costantino, Laura Tondi. 

Nelle prossime settimane continueremo a raccogliere adesioni di gruppi e singoli/e cittadini/e; per adesioni
e informazioni scrivere a: siena@refugees-welcome.i



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