Quartiere ecologico di Malizia, avanza il degrado. Ecco come si muoverà il Comune

Di Redazione | 19 Dicembre 2019 alle 19:54

Quartiere ecologico di Malizia, avanza il degrado. Ecco come si muoverà il Comune

In consiglio comunale l’assessore Michelotti ha risposto all’interrogazione di Griccioli, Mazzini e Piccini di Per Siena

Vanni Griccioli, Massimo Mazzini e Pierluigi Piccini del gruppo Per Siena hanno interrogato la Giunta sul Quartiere Ecologico di Malizia. “La zona in questione situata tra le Grondaie e viale Bracci – ha dichiarato Piccini – presenta, accanto ad un nucleo di abitazioni strutturate con canoni della bioedilizia, aree in totale degrado ed incompiute con un cantiere in abbandono visibile già dalla rotonda del ponte di Malizia venendo così meno al progetto iniziale di un quartiere ecosostenibile e autonomo. La situazione – ha poi precisato il consigliere – si è determinata con il fallimento della ditta costruttrice e che le parti incompiute sono di proprietà privata e facenti capo alla curatela fallimentare”.  Per queste ragioni ha chiesto “se l’amministrazione non possa farsi promotrice di una risoluzione interagendo con il curatore per rendere appetibile a nuovi investitori l’area, e se per fare questo intenda coinvolgere anche i residenti stessi”.

“La questione – ha risposto l’assessore all’Urbanistica Francesco Michelotti – riveste aspetti di rilevante problematicità e non solo per lo stato di degrado in cui attualmente si trova, ma anche per lo sviluppo delle procedure amministrative che lo hanno interessato. Basti pensare che inizialmente (in vigenza del PRG) fu approvato un Piano di Lottizzazione per l’edificazione dell’intero comparto che prevedeva la realizzazione di opere di urbanizzazione da cedere al Comune, il cui collaudo vincolava l’agibilità degli alloggi, con una garanzia fidejussoria di importo molto importante: circa 2.750.000 euro. Successivamente il Piano fu revocato, con le opere di urbanizzazione parzialmente realizzate (più o meno per una quantità non oltre il 50% del totale) e fu scritta una nuova norma nel nuovo R.U. (anno 2011) che prevedeva un intervento diretto convenzionato per le opere di urbanizzazione mancanti: strade, parcheggi e verde, senza però indicare la tempistica della loro esecuzione in relazione al rilascio dei titoli edilizi abilitativi”.

L’assessore, ha inoltre informato che sono in atto verifiche per accertare se sono stati assolti correttamente tutti gli obblighi convenzionali con le relative garanzie fidejussorie, perché sono stati rilasciati dei permessi a costruire (anno 2012) che non hanno previsto la realizzazione di opere di urbanizzazione. “E’ da tempo che abbiamo attenzionato tale problematica, per questo il Piano Operativo prevederà una scheda nella quale i nuovi interventi che completeranno l’edificazione del comparto saranno condizionati dall’approvazione di un nuovo Piano Attuativo o,  almeno un progetto unitario convenzionato, stante la necessità di realizzare ancora importanti opere di urbanizzazione primaria, quali appunto: strade e relativa viabilità, parcheggi, percorsi pedonali, verde”. Il quartiere risulta, oltre che in  una condizione di generale degrado, anche carente di aree a parcheggio.

“Fu presentata nel 2017 – ha concluso Michelotti – dall’allora proprietà (oggi sostituita dal curatore fallimentare) la possibilità di sostituire una sostanziale quota di potenzialità edificatoria di tipo commerciale e direzionale in residenziale (richiesta oggi condivisa dallo stesso curatore). Nullaosta a tale modifica, soprattutto se è utile a rendere l’area più appetibile a nuovi investitori, purché siano assolti gli obblighi derivanti dall’esecuzione di opere di urbanizzazione nel rispetto dei disposti normativi vigenti, che invece al momento non sembrano completamente soddisfatti”.

Pierluigi Piccini nel dichiararsi “soddisfatto per la risposta dell’assessore” ha, comunque, rimarcato “la situazione di disagio”, e ha auspicato che “il Comune, una volta verificato il pregresso, deve interloquire con il liquidatore così realizzare e terminare le opere precedentemente  previste per la zona, magari anche con il coinvolgimento dei cittadini lì residente che potrebbero anche loro rendersi partecipi”.



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