"Questa notte anche io ho partecipato a quegli arresti", la lettera della moglie di un agente al Questore

La moglie di uno dei poliziotti del Commissariato di Chiusi-Chianciano Terme che ha condotto l'indagine sull'associazione italo-albanese dedita allo spaccio di droga in Valdichiana

Di Redazione | 11 Giugno 2022 alle 17:14

"Questa notte anche io ho partecipato a quegli arresti", la lettera della moglie di un agente al Questore

“Una lettera molto bella, veramente molto significativa, che fa capire quanta passione ci sia dietro a questo lavoro ed anche quante privazioni per chi fa questo lavoro. Ovviamente non parlo di un solo poliziotto, ma di tutti gli appartenenti alle forze di Polizia, che spesso si trovano a dover sacrificare i propri affetti perchè lavorano dodici, tredici, quindici ore al giorno. Questo lavoro a sua volta è una droga per chi lo fa, perchè quando si segue un’attività di indagine non si mollerebbe mai”.

Queste le parole del Questore di Siena Milone per introdurre la lettera che ha ricevuto da parte della moglie di uno degli agenti del commissariato di Chiusi, che hanno condotto la lunga e faticosa indagine sull’associazione italo-albanese dedita allo spaccio di droga in Valdichiana, l’operazione antidroga più rilevante degli ultimi anni nel territorio senese. La lettera è stata letta durante la conferenza stampa in cui è stata illustrata l’indagine. La pubblichiamo integralmente di seguito.

La notte degli arresti

Sono la moglie di un poliziotto, uno della piccola squadra investigativa del Commissariato di Chiusi che ha portato agli arresti di questa notte. Signor Questore, Le scrivo per raccontarLe anche la mia di notte e quella della mia famiglia che è la stessa di tante famiglie che hanno il marito o la moglie, il padre o la mamma, il figlio o la figlia in “divisa” a fare perbene il proprio lavoro. Questa notte è stata insonne. Alle 5 anche io ero con gli occhi sbarrati dal pensiero e dal senso di compiutezza di un lungo periodo…2 anni …che finalmente trovava il fine in tutti i sensi. Questa notte abbiamo aspettato con i miei figli che lui partisse, i figli hanno fatto l’in bocca al lupo al babbo e lo hanno baciato, io ho aperto poi la finestra ci siamo salutati con un gesto della mano come facciamo sempre se sono in casa e l’ho visto allontanarsi con l’auto. In questa notte sono scorsi questi quasi due anni….l’inizio di un’indagine come altre che piano piano assumeva gravità ed importanza. E le ore di servizio aumentavano a dismisura, il turno lavorativo che spesso triplicava, il ritorno a casa sempre velato da pensieri, da telefonate con i colleghi che proseguivano il lavoro senza sosta, mentre c’era la pandemia e il lockdown che tutto complicava, ma a casa la vita continuava…e non in maniera indolore. Abbiamo litigato tante volte forse troppe, è vero che avevo sposato un poliziotto ma la vita famigliare necessitava la sua presenza perché nel frattempo la vita scorreva con moltissimi problemi che necessitavano assistenza e supporto morale e fisico. La vita insieme va supportata e sostenuta insieme e se ci si vuole bene non si può perdere di vista il valore della famiglia e dello stare insieme ecco perché è stato difficile trovare un nuovo equilibrio perché la vita ci ha messo davanti seri problemi in un momento in cui uno dei due c’era pochissimo. Ecco perché questa notte anche io ho partecipato a quegli arresti e come me sono certa altre mogli e altri mariti hanno avuto una notte insonne. Che la giustizia abbia il meglio è vittoria di tutti, che questa sia stata portata avanti da “servitori” dello Stato di un piccolo Commissariato fa ben sperare, che i figli di questi “servitori” aspettino i padri che sono già da 30 ore senza sonno e ancora le ore dovranno scorrere per poterli abbracciare quando torneranno fa comprendere che la Giustizia ha un prezzo, ovvero la dedizione al proprio lavoro come una missione di vita.

Grazie alla Polizia di Stato. Grazie a voi tutti. Grazie a mio marito e a me che siamo ancora insieme e stasera ci ritroveremo.



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