Salvini visita il carcere di San Gimignano. La protesta dei detenuti

Di Redazione | 27 Settembre 2019 alle 14:31

Salvini visita il carcere di San Gimignano. La protesta dei detenuti

La visita di Salvini al carcere di San Gimignano in seguito alle notizie di abusi da parte delle guardie non ha lasciato indifferenti i carcerati.

La giornata di ieri è stata caratterizzata da forti proteste dei detenuti nel reparto di media sicurezza con ripetuti colpi alle sbarre, lenzuola incendiate e oggetti danneggiati. Come riporta il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo: “La situazione è stata gestita con grande professionalità e responsabilità dal personale penitenziario che ha evitato conseguenze più gravi”

ed aggiunge: “quanto accaduto è molto significativo del clima che si sta creando nelle carceri del Paese alimentato dalla destabilizzazione del sistema carcerario e dalla delegittimazione del personale penitenziario. Lo abbiamo detto a caldo e lo ribadiamo: spostare tutta l’attenzione mediatica sui presunti pestaggi di detenuti che sarebbero avvenuti nel carcere di San Gimignano è un’operazione che contiene il rischio di delegittimare tutto il personale di Polizia Penitenziaria degli istituti italiani che è già costretto a difendersi da mille attacchi dentro e fuori il carcere. Siamo dunque dalla parte degli agenti e prima di esprimere condanne pesanti e definitive attendiamo il procedimento giudiziario”.

Non manca una dichiarazione preoccupata riguardo al nuovo governo, il timore di Di Giacomo è che i detenuti possano riacquistare quella “speranza” della concessione di benefici come l’abolizione del 41 bis. “Delegittimare il personale penitenziario, da una parte, rafforza i gruppi criminali e mafiosi che nelle carceri puntano al controllo totale e a proseguire l’attività impartendo ordini a quanti sono in libertà, come accade con i boss della mafia intercettati al telefono, oltre ad incrementare le aggressioni agli agenti, centomila volte maggiori del “caso San Gimignano”; dall’altra, equivale alla resa incondizionata dello Stato. Purtroppo dal nostro osservatorio giungono segnali sempre più allarmanti che rivolte, liti, ritrovamenti di telefonini e sim, droga, armi contundenti confermano, circa una situazione che vede gruppi di carcerati approfittare dell’indebolimento dell’autorità imponendo la loro autorità”.



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