Scuola, dietrofront del Ministero sull'organico-Covid: la rabbia dei sindacati

I fondi stanziati non bastano per il personale assunto per affrontare l'emergenza Covid

Di Redazione | 23 Ottobre 2020 alle 17:55

Scuola, dietrofront del Ministero sull'organico-Covid: la rabbia dei sindacati

Era il 10 Settembre quando il Ministero ha stanziato dei fondi da distribuire alle provincie per l’assunzione del cosiddetto “organico-Covid” nelle scuole. Collaboratori scolastici, personale di segreteria e docenti che avrebbero dovuto aggiungersi al personale scolastico già presente per permettere alle scuole di organizzare il servizio in presenza in sicurezza. Una notizia che era stata accolta con entusiasmo anche dai sindacati, anche per quanto riguarda gli aggiustamenti sulle nuove assunzioni che hanno evitato il licenziamento dell’organico in caso di lockdown della scuola, come comunicato dal Ministero.

Il 21 Ottobre è arrivata però la doccia fredda: il Ministero ha comunicato di aver fatto male i conti. Il Mef si è accorto che i fondi stanziati non bastano per dare copertura finanziaria a tutti i contratti stipulati, per cui è stata data comunicazione ai dirigenti scolastici, che avevano ovviamente già organizzato il servizio contando su questo personale aggiuntivo, che qualora qualche persona nominata su uno di questi posti si ammalasse, fosse assente per aspettativa, malattia o maternità, non può essere sostituta, e sono stati bloccati anche in caso avessero ancora da fare delle nomine sui posti.

“Ancora una volta si ragiona al contrario – commenta arrabbiata Anna Cassanelli, Segretaria Generale Flc Cgil Siena, a Siena Tv – Se io ti do 10 posti e poi vedo che mancano i fondi, ne aggiungo altri per garantirti i posti promessi e sulla base dei quali hai organizzato il servizio, non il contrario, cioè riorganizzo il numero dei posti e te ne do meno perché devo cavarmela con i fondi che ho stanziato”.

Una situazione complicata che va ad intaccare la già delicata situazione dell’organizzazione scolastica, la cui didattica in presenza è al centro del programma del Governo come annunciato dal premier Conte, e sulla quale pesa anche il problema dei trasporti.



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