Sicurezza urbana a Siena e provincia, dalla Regione altri 615mila euro

Di Redazione | 20 Gennaio 2020 alle 17:23

Sicurezza urbana a Siena e provincia, dalla Regione altri 615mila euro

Destinati a progetti di videosorveglianza e polizia di prossimità, rigenerazione sociale di quartieri e paesi difficili. Per Siena ecco 38mila euro

Siena e provincia più sicura. Due milioni e mezzo di euro sono stati destinati dalla Regione Toscana per la sicurezza urbana e per finanziare 120 progetti di videosorveglianza di altrettante amministrazioni comunali, altri 715 mila euro rivolti a progetti di rigenerazione sociale di quartieri e paesi ‘difficili’ (22 i Comuni interessati) e 635 mila euro indirizzati alla polizia di prossimità, dove dopo la sperimentazione e i contributi di cui hanno già beneficiato l’anno scorso 15 amministrazioni, adesso ne saranno finanziate altre 25. Per la provincia di Siena sono 615mila euro in arrivo dalla Regione, di cui 38mila al capoluogo senese.

“Altri 615mila euro dalla Regione per i comuni della provincia di Siena – così Simone Bezzini, consigliere regionale Pd – Sono molto soddisfatto per questi risultati e ringrazio l’assessore regionale Vittorio Bugli perché ha dimostrato ancora una volta che le politiche della sicurezza non si fanno con gli slogan ma con le cose concrete. Cioè incentivando la redazione di progetti, collaborando con le amministrazioni locali e sostenendo i loro sforzi. Oltre agli ormai consueti finanziamenti per la videosorveglianza, sono da segnalare il contributo per il progetto di rigenerazione urbana del comune di Colle Val d’Elsa e la novità dei progetti di polizia di prossimità, i cosiddetti vigili di quartiere, che potranno avviare la loro attività in diversi comuni della nostra provincia”.

L’assessore alla sicurezza della Toscana, Vittorio Bugli, illustra gli ultimi due bandi sulla sicurezza urbana finanziati dalla Regione, mezz’ora prima di incontrare a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze gli oltre centocinquanta amministratori che dei contributi beneficeranno. A loro fa anche la proposta di andare rapidamente alla firma di un protocollo d’intesa che, riprendendo quanto già contenuto nella proposta di legge sulla sicurezza e polizia locale, serva a costruire una comunità regionale che su questi temi e sull’avanzamento dei progetti stessi, condivida i risultati positivi di eventuali situazioni problematiche. L’obiettivo è quello di definire e strutturare una politica regionale.

“La sicurezza è un po’ un puzzle che necessita di politiche integrate ed è questo il filo rosso che ha guidato l’approccio tenuto per tutta questa legislatura” spiega. “L’abbiamo fatto – illustra – finanziando progetti di videosorveglianza nelle città più grandi e nei piccoli comuni, rinforzando le polizie municipali con ‘vigili di quartiere’ nelle zone più fragili, formando gli agenti, ma anche riqualificando parti di città e provando a ricucire le comunità che vi abitano, rivitalizzando cioè quei luoghi ‘difficili’ e percepiti come insicuri”. Come? Ripensando gli spazi urbani ad esempio, rinsaldando legami di vicinato che si erano allentati, facendo riaprire negozi e fondi c he avevano tirato giù le saracinesche, provando ad aggredire ogni forma di disagio, lavorando insomma sulla prevenzione prima ancora che sulla repressione.

Dei due bandi illustrati oggi, il primo interessava sia la rigenerazione sociale urbana, sia i vigili di quartiere. Sono quarantuno complessivamente le amministrazioni comunali coinvolte, a cui si aggiungono tre unioni di Comuni, per quarantasette diversi progetti. La Regione li finanzia con oltre un milione e mezzo di euro: con le risorse garantite dagli enti gli interventi valgono complessivamente più di due milioni e trecento mila euro.

Il secondo bando ha a che fare invece con telecamere e sistemi di videosorveglianza intelligente per controllare territori e paesi. L’avviso ha prodotto due graduatorie distinte. La prima contempla i progetti presentati da enti che non hanno mai ricevuto in passato finanziamenti  dalla Regione: ventidue le amministrazioni comunali che hanno partecipato, tutte finanziate. La seconda graduatoria è invece quella dei progetti presentati da enti che di contributi per questa finalità hanno già goduto ma vorrebbero potenziare magari i sistemi di videosorveglianza che posseggono: saranno finanziati in 98, altri quarantadue dovranno attendere la disponibilità di ulteriori risorse.  Per tutte e 120 le amministrazioni beneficiarie la Regione ha stanziato due milioni e mezzo di euro (5,6 milioni il valore dell’intervento messo in campo, considerando anche il cofinanziamento degli enti locali). Per finanziare i progetti rimasti fuori servi rebbe poco meno di un altro milione.

“La sicurezza non è solo ordine pubblico” sottolinea l’assessore Vittorio Bugli. E’ la premessa su cui poggiano le politiche messe in campo in questi anni, scaturite da un confronto partecipato con i Comuni e tutti gli attori coinvolti confluito nel Libro Bianco che la Regione ha elaborato assieme ad Anci Toscana: con linee condivise ed azioni suggerite, impegni, progetti pilota da esportare e politiche trasversali lungo tre diverse direttrici, dal controllo del territorio alla riqualificazione urbana fino al presidio sociale, culturale e commerciale. Uno spartito complesso, da suonare a più mani.

Complessivamente dall’inizio della legislatura la Regione ha investito sulla videosorveglianza quasi sei milioni di euro, di cui ha goduto la quasi totalità dei comuni toscani. Su dodici progetti pilota di rivitalizzazione di quartieri ed aree difficili è stato investito un milione e 96 mila euro, a cui se ne aggiungono adesso altri 715 mila con l’avviso che finanzia altri ventidue progetti. Tre milioni dal 2019 al 2021 (9 milioni in tutto) è il contributo sui progetti di polizia di prossimità che interessa quindici comuni, a cui se ne sommano adesso altri 25, più circoscritti, finanziati con 635 mila euro.  La Regione ha sostenuto con oltre un milione e 300 mila euro  anche la formazione dei vigili urbani. In tutto, rimettendo in fila i singoli interventi, dal 2015 si sfiorano i 19 milioni. Ma se si considerasse anche la riorganizzazione urbanistica di spicchi di città, ripensati per essere più accoglient i e dunque anche meno disagiati e percepiti come più sicuri, si dovrebbero aggiungere altri 44 milioni, finanziati con risorse europee e che interessano otto diversi progetti.



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