Siena si attiva per la tutela dei diritti delle donne afghane

In Consiglio comunale approvata con alcuni emendamenti la mozione di Concetta Raponi e Anna Masignani: chiesto impegno a sindaco e giunta Governo italiano di attivarsi in tutte le sedi, diplomatiche e operative, per salvare le loro vite e tutelare i loro diritti

Di Redazione | 18 Settembre 2021 alle 11:36

Siena si attiva per la tutela dei diritti delle donne afghane

Anche Siena si attiva in tutela delle donne afghane, ricadute nel dramma a seguito del ritorno al comando del governo talebano.

In Consiglio comunale, giovedì 16 settembre, è stata approvata la mozione sulla tutela dei diritti delle donne afghane presentata oggi in Consiglio comunale da Maria Concetta Raponi e Anna Masignani, e arricchita dall’emendamento a firma dei consiglieri Giulia Periccioli, Alessandro Masi, Luca Micheli, Bruno Valentini, Claudio Cerretani, Pierluigi Piccini e Pietro Staderini. Raponi ha ripercorso in aula le situazioni drammatiche che si sono trovate a vivere le donne in Afghanistan fino alla caduta, nel 2001, del governo guidato dai talebani. Notevolmente migliorate con la Costituzione del 2004 che vide salire da meno del 10% al 33,4% l’iscrizione delle bambine alla scuola primaria. Libere dal burqa e dal pericolo di essere lapidate solo per essere andate non accompagnate da un uomo di famiglia a fare shopping, o aver commesso adulterio, adesso con il ritorno, lo scorso 15 agosto, dei Talebani, e l’annuncio della rinascita dell’Emirato islamico il loro grido di dolore e di disperazione stringe il cuore e l’anima.

E’ necessario, come ha evidenziato il consigliere, che tutta la comunità internazionale agisca unitariamente e presto per metterle in salvo da un presente e un futuro dove vengono annullati i diritti più elementari costringendole a una vita di segregazione.

Per questo la richiesta di impegno da parte del sindaco e della giunta affinché sia chiesto al Governo italiano di attivarsi in tutte le sedi, diplomatiche e operative, per salvare le loro vite e tutelare i loro diritti. E che con l’emendamento approvato si costruiscano, anche di concerto con la Società della Salute, il volontariato, il terzo settore e la promozione sociale, percorsi di accoglienza per le famiglie, le donne e i bambini che arriveranno in Italia in cerca di protezione umanitaria.



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